21 Gennaio 2025
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Venezuela: cresce tensione diplomatica con Italia dopo caso Trentini

15-01-2025 16:39 - Politica
GD - Roma, 15 gen. 25 - Cresce la tensione diplomatica tra Italia e Venezuela. Mentre esplode il caso del cooperante veneziano Alberto Trentini, in arresto ormai da due mesi senza alcuna accusa formale di reato e senza che se ne abbiano notizie, Caracas ha infatti tagliato drasticamente il personale autorizzato a restare nell’ambasciata italiana, riducendolo a tre effettivi e limitandone anche la libertà di movimento.
Dal 15 novembre, giorno dell’arresto di Trentini, che opera per la ONG americana Humanity & Inclusion, dopo un fermo a un posto di blocco, non se ne hanno più notizie. Non è riuscito a visitarlo neppure l’ambasciatore italiano. E proprio ieri la famiglia si è appellata al Governo, portando il caso all’attenzione della stampa.
Non è però il primo episodio critico nel non facile rapporto tra Italia e Venezuela. Al Sir Servizio Informazione Religiosa lo ha spiegato Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, ricordando che sulla vicenda del cooperante italiano «si è mossa anche la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh), che ha emesso una risoluzione urgente chiedendo al Venezuela di fornire informazioni immediate sulle condizioni di detenzione di Trentini. La Commissione ha richiesto che vengano garantiti i contatti regolari con familiari, avvocati e rappresentanti diplomatici italiani, oltre a una valutazione medica immediata e l’accesso alle cure necessarie».
Ad aggravare, in qualche modo, la situazione, sono arrivate, negli ultimi giorni, forti critiche del governo italiano e della stessa premier Giorgia Meloni alle autorità venezuelane, in occasione del discusso insediamento del presidente Nicolas Maduro, di cui l’Italia – come molti Paesi e organismi internazionali – non riconosce la vittoria elettorale, accreditando quindi come presidente legittimo Edmundo González Urrutia.
Ieri, poi, c'è stata la “ritorsione” diplomatica del Venezuela, con il ministro degli Esteri Yván Gil che ha annunciato su Telegram di aver comunicato, «a nome del governo bolivariano, la decisione sovrana di limitare a tre il numero di diplomatici accreditati in ogni ambasciata, una misura che deve essere rispettata entro 48 ore».
Non solo. I diplomatici devono anche «avere un’autorizzazione scritta del nostro ministero degli Esteri per viaggiare a più di 40 chilometri da plaza Bolívar a Caracas, garantendo il rigoroso adempimento delle loro funzioni», sono ancora le parole del ministro, secondo cui «il Venezuela esige il rispetto della sovranità e dell’autodeterminazione, principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, soprattutto da coloro che sono subordinati alle direttive di Washington». Un provvedimento analogo è stato preso nei confronti di Francia e Paesi Bassi.
«Occorre distinguere tra la critica rispetto a violazioni di diritti umani e libertà democratiche e attacchi frontali in una logica di scontro, estranei al linguaggio diplomatico, come quelli giunti da qualche esponente dell’attuale maggioranza in Italia, dovendo considerare che in Venezuela ci sono migliaia di cittadini con passaporto italiano, oltre alla complessa detenzione di Trentini», è la conclusione di Morsolin.


Fonte: Redazione
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