16 Luglio 2024
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Vaticano: rivive affascinante e attuale trattato “De Europa” di Papa Pio II

17-05-2024 16:59 - Vaticano
Amb. Antonio Zanardi Landi Amb. Antonio Zanardi Landi
Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo
Card. Gianfranco Ravasi Card. Gianfranco Ravasi
Prof. Giuliano Amato Prof. Giuliano Amato
Don Manlio Sodi Don Manlio Sodi
GD – Roma, 17 mag. 24 – Grazie alla passione e intuizione del diplomatico Antonio Zanardi Landi, ambasciatore dell'Ordine di Malta presso la Santa Sede, torna ora accessibile e soprattutto di grande attualità il testo “De Europa” di Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), divenuto poi Papa nel 1458 con il nome di Pio II, riportato a nuova edizione in italiano pubblicata dalla casa editrice IF Press.
Un testo preveggente già allora sul senso dell'Europa e che fa riflettere sul passato e sul futuro del Vecchio Continente alla ricerca di una sua rinnovata identità politica e culturale, a fronte di uno scenario globale complesso ed in continuo mutamento. Oggi come allora. Per giunta scritto con grande abilità e schiettezza non solo di linguaggio ma anche intellettuale.
Con questo intento l'amb. Zanardi Landi ha dato impulso a questa nuova edizione, abilmente curata da don Manlio Sodi, presidente emerito della Pontificia Accademia di Teologia. La rinata pubblicazione è stata presentata a Roma, a Casa Litta-Palazzo Orsini, sede dell'ambasciata dell'Ordine di Malta presso la Santa sede, dal cardinale Gianfranco Ravasi e dal prof. Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, oltre che dal Gran Cancelliere dell'Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo, alla presenza del Gran Maestro dell'Ordine, Frà John T. Dunlap. E con un parterre d'eccezione, con in testa il decano del corpo diplomatico del Vaticano, George Poulides, ambasciatore di Cipro, e composto da ben 37 diplomatici stranieri accreditati nella Città del Vaticano.
L'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi di Malta, è stato per molti secoli parte integrante e non secondaria di quell'Europa che veniva prendendo forma sotto gli occhi di Enea Silvio Piccolomini. Ne ha costituito un bastione di difesa importante per contrastare l'avanzata degli Ottomani e dei Turchi, ne ha incarnato, insieme ad altri Ordini Ospedalieri oggi scomparsi, una vocazione di attenzione al ferito e al malato di ogni religione e di ogni razza: un fenomeno tipicamente e originariamente europeo. Oggi l'Ordine, presente e attivo in 120 paesi, porta nel mondo un seme di storia europea, che in molte parti del globo, e non certo per merito del solo Ordine di Malta, ha attecchito dando vita ad esempi di generosità e di sacrificio eccelsi. Questi principi e questi valori sono oggi in pericolo a causa dei numerosi conflitti in atto; per questo è necessario e indispensabile riflettere sulle lontane radici dell'Europa, scavate ed esposte da Pio II. E la lettura della sua opera offre una lezione di storia e di vita il cui realismo se da una parte incuriosisce, dall'altra permette di cogliere un'infinità di aspetti che caratterizzano l'animo umano di sempre.
Tradotto per la prima volta in italiano quindici anni fa proprio per iniziativa dell'amb. Zanardi Landi e dell'allora mons. Ravasi, il “De Europa”, allora stampato in poche centinaia di copie presto esaurite, fu concepito come dono del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Papa Benedetto XVI. Infatti entrambi erano accomunati dal profondo interesse per l'Europa. “Come non collegare anche la prospettiva europea di Enea Silvio, la sua conoscenza profonda della geografia e della storia del continente di cui per tanti anni era stato attivo protagonista , con lo spirito, l'attenzione e la cura che l'attuale Pontefice pone nel sottolineare l'esigenza di una definizione precisa e aggiornata dell'identità di questo nostro continente?”, scriveva allora il presidente Napolitano.
“L'idea di ripubblicare il ‘De Europa' viene dalla passione erudita di Don Manlio Sodi, grande studioso dell' opera di Pio II, ma anche dal fatto che il Cardinal Ravasi lo menzionò nella sua orazione in parlamento in occasione della scomparsa del presidente Napolitano, come momento alto nei rapporti suoi con il capo dello stato e di questi con Sua Santità Benedetto XVI. Ulteriore incoraggiamento ci è venuto dai gesti di grande amicizia di Papa Francesco nei confronti del recentemente scomparso Presidente. Gesti che ci hanno indotto a riflettere sulla bella e molto positiva collaborazione tra i pontefici e i capi dello stato italiano negli ultimi decenni anche sui temi inerenti al futuro delle società dei paesi dell'Unione e alla missione dell'Europa nel mondo”, ha spiegato l'amb. Zanardi Landi.
La nuova edizione del volume, tradotto da Francesca Mancino, con prefazione del Gran Maestro dell'Ordine di Malta Frà John T. Dunlap e postfazione del cardinale Angelo Amato, si propone di offrire uno spunto di riflessione e di approfondimento in un momento di grandi tensioni ed incognite proprio sulle prospettive dell'Europa.
Il testo è un viaggio nell'Europa del XV secolo, con brillanti e acute descrizioni di popoli, luoghi e vicende storiche. Un viaggio che parte dall'Ungheria e si conclude nel Regno di Napoli. Come ha detto con grande abilità e profondità culturale il card. Ravasi, “l'opera rivela in filigrana il volto del suo autore, appassionato cultore di politica e di diplomazia”. Ma anche capacità dell'autore di intravvedere scenari ora quasi attuali. Sono infatti impressionanti, anche per la vivacità e crudezza delle descrizioni, le pagine che Silvio Enea Piccolomini dedicava alla caduta di Costantinopoli, conquistata dai musulmani.
E a tale proposito il card. Ravasi ha annotato: “Si deve marcare l'aspetto simbolico impressionante che ebbe per la cristianità d'Occidente la caduta di Costantinopoli, la ‘nuova Roma', un'emozione che vibra dal vivo in queste pagine”.
Nella sua analisi di questa nuova edizione il prof. Giuliano Amato, ha rilevato che oggi nei rapporti fra cristiani e musulmani prevale invece lo spirito della Dichiarazione di Abu Dhabi del 2019 sulla Fratellanza umana, firmata da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.
Insomma, un testo prezioso e attualissimo che dovrebbe essere riletto dai governanti dei vari Continenti. E che potrebbe essere utilmente affiancato anche dalla lettura di un'altra opera di Papa Pio II: il “De Asia”.


Fonte: Redazione
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