USA: imprese italiane export non temono effetti politiche di Trump
19-01-2025 11:48 - Economia
GD - Milano, 19 gen. 25 - Il 45,6% delle imprese italiane che esportano negli USA ritiene che l’amministrazione Trump non influirà sul loro business. Da un’indagine di Promos Italia emerge che la principale preoccupazione è l’aumento delle barriere doganali e tariffarie, tuttavia, non ci sono particolari timori per il business negli Stati Uniti a seguitoPromos Italia, l’Agenzia Nazionale delle Camere di commercio per l’Internazionalizzazione delle imprese, ha condotto un’indagine su un centinaio di imprese italiane che già operano negli Stati Uniti per indagare l’impatto che prevedono possa avere la presidenza Trump sul loro business negli USA.
Clima economico internazionale: la maggior parte delle imprese (34,2%) ritiene che il clima economico internazionale, attualmente, non sia “né particolarmente favorevole né particolarmente sfavorevole”. Il 32,9% considera, invece, il contesto "abbastanza favorevole", indicando un quadro complessivamente positivo per l'export italiano. Tuttavia, alcune aziende (19%), segnalano preoccupazioni legate a possibili misure protezionistiche, come l'aumento delle tariffe doganali, che potrebbero influire su specifici settori. La fiducia generale si basa sulla percezione di un'economia americana robusta e sulla solidità dei rapporti commerciali esistenti.
Preoccupazioni principali: per il 59,5% delle imprese indagate la principale preoccupazione è un aumento delle barriere doganali e tariffarie, con particolare riferimento a dazi sulle merci italiane come prodotti agroalimentari, tessili e macchinari. Questi settori, fondamentali per l'export italiano, percepiscono un possibile rischio per la competitività dei loro prodotti sul mercato statunitense. Al contrario, il 21,5% non segnala particolari timori, attribuendo maggiore peso a dinamiche interne o a strategie di diversificazione già avviate.
Diversificazione dei mercati: il 45,6% delle imprese indagate ritiene che la nuova amministrazione americana non influirà sulle loro strategie, tuttavia, monitora con attenzione gli sviluppi che la presidenza Trump potrà portare, mentre il 22,8% considera di poter fare possibili aggiustamenti alle strategie per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Tra le strategie principali emergono l'espansione verso mercati emergenti come il Sud-Est Asiatico e l'Africa, l'incremento di investimenti in e-commerce per raggiungere clienti finali in mercati diversificati, e lo sviluppo di partnership con aziende locali in Europa per rafforzare le filiere produttive e commerciali.
Segnali di incertezza: Oltre il 60% delle imprese non ha rilevato cambiamenti negli ultimi mesi a seguito dell’elezione di Donald Trump, mentre il 12,7% ha notato cambiamenti, seppur non significativi.
Supporto richiesto: Tra le misure più richieste per ampliare il business negli Usa emergono il supporto nella ricerca di nuovi partner commerciali negli Stati Uniti (32,9%) e l’organizzazione di missioni commerciali e fiere (20,3%%). Il 21,9%, invece, ritiene utile una maggior assistenza legale e normativa.
“Dall’indagine emerge che gli allarmismi degli ultimi mesi sulle relazioni commerciali con gli Stati Uniti sono eccessivi – spiega Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Certamente è necessario monitorare con attenzione l'evoluzione delle politiche commerciali americane, tuttavia, l’attuale complesso contesto geopolitico suggerisce comunque di diversificare i mercati di destinazione. Promos Italia, in questo senso, è a fianco delle PMI supportandole nell'individuazione di partner commerciali in oltre 60 paesi di tutto il mondo”.
Fonte: Promos Italia
Clima economico internazionale: la maggior parte delle imprese (34,2%) ritiene che il clima economico internazionale, attualmente, non sia “né particolarmente favorevole né particolarmente sfavorevole”. Il 32,9% considera, invece, il contesto "abbastanza favorevole", indicando un quadro complessivamente positivo per l'export italiano. Tuttavia, alcune aziende (19%), segnalano preoccupazioni legate a possibili misure protezionistiche, come l'aumento delle tariffe doganali, che potrebbero influire su specifici settori. La fiducia generale si basa sulla percezione di un'economia americana robusta e sulla solidità dei rapporti commerciali esistenti.
Preoccupazioni principali: per il 59,5% delle imprese indagate la principale preoccupazione è un aumento delle barriere doganali e tariffarie, con particolare riferimento a dazi sulle merci italiane come prodotti agroalimentari, tessili e macchinari. Questi settori, fondamentali per l'export italiano, percepiscono un possibile rischio per la competitività dei loro prodotti sul mercato statunitense. Al contrario, il 21,5% non segnala particolari timori, attribuendo maggiore peso a dinamiche interne o a strategie di diversificazione già avviate.
Diversificazione dei mercati: il 45,6% delle imprese indagate ritiene che la nuova amministrazione americana non influirà sulle loro strategie, tuttavia, monitora con attenzione gli sviluppi che la presidenza Trump potrà portare, mentre il 22,8% considera di poter fare possibili aggiustamenti alle strategie per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Tra le strategie principali emergono l'espansione verso mercati emergenti come il Sud-Est Asiatico e l'Africa, l'incremento di investimenti in e-commerce per raggiungere clienti finali in mercati diversificati, e lo sviluppo di partnership con aziende locali in Europa per rafforzare le filiere produttive e commerciali.
Segnali di incertezza: Oltre il 60% delle imprese non ha rilevato cambiamenti negli ultimi mesi a seguito dell’elezione di Donald Trump, mentre il 12,7% ha notato cambiamenti, seppur non significativi.
Supporto richiesto: Tra le misure più richieste per ampliare il business negli Usa emergono il supporto nella ricerca di nuovi partner commerciali negli Stati Uniti (32,9%) e l’organizzazione di missioni commerciali e fiere (20,3%%). Il 21,9%, invece, ritiene utile una maggior assistenza legale e normativa.
“Dall’indagine emerge che gli allarmismi degli ultimi mesi sulle relazioni commerciali con gli Stati Uniti sono eccessivi – spiega Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Certamente è necessario monitorare con attenzione l'evoluzione delle politiche commerciali americane, tuttavia, l’attuale complesso contesto geopolitico suggerisce comunque di diversificare i mercati di destinazione. Promos Italia, in questo senso, è a fianco delle PMI supportandole nell'individuazione di partner commerciali in oltre 60 paesi di tutto il mondo”.
Fonte: Promos Italia