Ucraina: SIOI, amarcord e preoccupazioni ambasciatori Zazo e Sessa
21-02-2025 19:53 - Ambasciate



GD – Roma, 21 feb. 25 – Le perplessità, gli amarcord, le preoccupazioni e anche le sorprese di due ambasciatori che hanno avuto alle spalle, in epoche diverse, il peso di gestire sedi diplomatiche italiane al centro di un conflitto, ossia Belgrado e Kyȉv, raccontati ad "Oggi alla SIOI parliamo di... Ucraina e diplomazia in tempo di guerra".
Fonte: Redazione
Nello scenario della SIOI Società Italiana Organizzazione Internazionale, in un'aula affollata da decine di giovani aspiranti alla carriere diplomatica, ne hanno parlato l'amb. Pier Francesco Zazo, che fino al luglio scorso ha retto con grande abilità e diffuso apprezzamento l'ambasciata italiana in Ucraina proprio mentre imperversavano le aggressioni russe, e l'amb. Riccardo Sessa, ora presidente della SIOI, che è stato a capo dell'ambasciata italiana in Serbia e a Belgrado visse gli attacchi aerei (anche italiani) che dal marzo 1999 per 78 giorni scaricarono 2700 tonnellate di esplosivo sul Paese, un intervento deciso per la prima volta dalla NATO senza l'approvazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Così sul leitmotiv “Ucraina e diplomazia in tempo di guerra”, sia Zazo che Sessa (moderati dal giornalista Giulio Pecora) hanno abilmente raccontato con chiarezza le problematiche di una missione, quella diplomatica, in cui la preparazione professionale e la sensibilità personale, ma anche intuizione e versatilità in un gioco di squadra con i rispettivi ministeri Affari Esteri, consentono di condurre emergenze e capacità di cercare mediazioni per “servire il proprio Paese nelle relazioni internazionali”.
L'attualità sull'Ucraina è resa ancora più stringente dalle ultime sorprendenti e inaspettate prese di posizione del presidente americano Donald Trump. “Mi rifiuto di accettare il diktat di Trump sull'Ucraina e, quindi, chiamo ancora aggressione quella russa a Kyȉv e al suo popolo”, ha detto chiaramente l'amb. Sessa. Dopo aver ricordato che “l'attacco russo all'Ucraina era perfettamente conosciuto“, ha rilevato che “se siamo arrivati a questo punto è perché non si è ben utilizzato lo strumento della diplomazia, come invece sarebbe stato necessario. E anche oggi manca il ricorso alla diplomazia. La situazione è stata lasciata ad improvvisati”.
Così sul leitmotiv “Ucraina e diplomazia in tempo di guerra”, sia Zazo che Sessa (moderati dal giornalista Giulio Pecora) hanno abilmente raccontato con chiarezza le problematiche di una missione, quella diplomatica, in cui la preparazione professionale e la sensibilità personale, ma anche intuizione e versatilità in un gioco di squadra con i rispettivi ministeri Affari Esteri, consentono di condurre emergenze e capacità di cercare mediazioni per “servire il proprio Paese nelle relazioni internazionali”.
L'attualità sull'Ucraina è resa ancora più stringente dalle ultime sorprendenti e inaspettate prese di posizione del presidente americano Donald Trump. “Mi rifiuto di accettare il diktat di Trump sull'Ucraina e, quindi, chiamo ancora aggressione quella russa a Kyȉv e al suo popolo”, ha detto chiaramente l'amb. Sessa. Dopo aver ricordato che “l'attacco russo all'Ucraina era perfettamente conosciuto“, ha rilevato che “se siamo arrivati a questo punto è perché non si è ben utilizzato lo strumento della diplomazia, come invece sarebbe stato necessario. E anche oggi manca il ricorso alla diplomazia. La situazione è stata lasciata ad improvvisati”.
Insomma, per Sessa “è un momento molto difficile che richiede grande lucidità per evitare che siano rimessi in discussione valori e principi”. Non solo. Il presidente della SIOI ha parlato di “uno sconvolgimento radicale con due blocchi in cu quello che fino a ieri era un amico oggi, improvvisamente, ha cambiato opinione e siamo tornati al punto di partenza di un gioco di Monopoli ma senza passare per il via”.
Da parte sua l'amb. Zazo, con un passato diplomatico anche all'ambasciata di Mosca prima di approdare a Kyȉv e avvalendosi pure del pregio di parlare e capire il russo, con freschi ricordi di “una assurda guerra”, spalmati in tre intensi duri anni, in un crescendo di situazioni impreviste, bombe, tragedie, blackout energetici e vertici di respiro mondiale, ha messo subito un caposaldo: “In questi anni abbiamo visto lo straordinario coraggio degli Ucraini nel difendere non solo la loro libertà e autonomia, ma anche per affermare valori occidentali”. Ed ancora: “capisco la rabbia e l'indignazione degli ucraini che si sento abbandonati e traditi dal loro principale alleato, gli USA”. E quasi per dare una motivazione a questo inaspettato voltafaccia del nuovo inquilino della Casa Bianca, l'amb. Zazo ha svelato che “Trump chiese a Putin di costruire un dossier contro il figlio di Biden”. Sulle ultime affermazioni di Trump contro il presidente Zelensky, il diplomatico ha tra l'altro smentito che quest'ultimo goda solo del 4% del consenso del suo popolo. "Non è così”, ha ribattuto.
A proposito delle trattative ipotizzate, l'amb. Zazo ha detto: “I negoziati? La smilitarizzazione sarebbe inaccettabile per Kyȉv, sarebbe una resa”. Ed ha paventato “il rischio enorme di un esodo di rifugiati se i russi avanzeranno nelle città”. E ha precisato che “Mosca non si accontenta di un cessate il fuoco, ma punta ad annettere le quattro regioni dichiarate russe nel 2023, ancora in parte sotto controllo ucraino”.
Insomma, ”Putin chiede la smilitarizzazione dell'Ucraina, ma per Kyȉv sarebbe una resa incondizionata”, ha spiegato Zazo, sottolineando poi che “l'Ucraina potrebbe accettare la perdita dei territori occupati solo con garanzie di sicurezza credibili. La popolazione non è però intenzionata a morire per il Donbass, è sì esausta, ma è anche ancora determinata a resistere per la propria libertà”.
Da parte sua l'amb. Zazo, con un passato diplomatico anche all'ambasciata di Mosca prima di approdare a Kyȉv e avvalendosi pure del pregio di parlare e capire il russo, con freschi ricordi di “una assurda guerra”, spalmati in tre intensi duri anni, in un crescendo di situazioni impreviste, bombe, tragedie, blackout energetici e vertici di respiro mondiale, ha messo subito un caposaldo: “In questi anni abbiamo visto lo straordinario coraggio degli Ucraini nel difendere non solo la loro libertà e autonomia, ma anche per affermare valori occidentali”. Ed ancora: “capisco la rabbia e l'indignazione degli ucraini che si sento abbandonati e traditi dal loro principale alleato, gli USA”. E quasi per dare una motivazione a questo inaspettato voltafaccia del nuovo inquilino della Casa Bianca, l'amb. Zazo ha svelato che “Trump chiese a Putin di costruire un dossier contro il figlio di Biden”. Sulle ultime affermazioni di Trump contro il presidente Zelensky, il diplomatico ha tra l'altro smentito che quest'ultimo goda solo del 4% del consenso del suo popolo. "Non è così”, ha ribattuto.
A proposito delle trattative ipotizzate, l'amb. Zazo ha detto: “I negoziati? La smilitarizzazione sarebbe inaccettabile per Kyȉv, sarebbe una resa”. Ed ha paventato “il rischio enorme di un esodo di rifugiati se i russi avanzeranno nelle città”. E ha precisato che “Mosca non si accontenta di un cessate il fuoco, ma punta ad annettere le quattro regioni dichiarate russe nel 2023, ancora in parte sotto controllo ucraino”.
Insomma, ”Putin chiede la smilitarizzazione dell'Ucraina, ma per Kyȉv sarebbe una resa incondizionata”, ha spiegato Zazo, sottolineando poi che “l'Ucraina potrebbe accettare la perdita dei territori occupati solo con garanzie di sicurezza credibili. La popolazione non è però intenzionata a morire per il Donbass, è sì esausta, ma è anche ancora determinata a resistere per la propria libertà”.
Tornando allo scenario internazionale l'ex ambasciatore italiano a Kyȉv, ha aggiunto: “Al momento i rapporti tra Trump e Zelensky sono pessimi. C'è stato un duro attacco del presidente americano, ma Trump è imprevedibile. Il rischio di un disimpegno degli Stati Uniti dall'Ucraina è reale e avrebbe conseguenze gravissime, perché l'Europa, da sola, non può sostituire completamente gli aiuti americani, soprattutto sul piano militare”.
E a sostegno delle sue preoccupazioni, Zazo ha ricordato che ”l'industria bellica russa è impostata su un'economia di guerra e può produrre in un mese munizioni per le quali i Paesi europei impiegherebbero diversi diversi mesi. Senza il sostegno degli Stati Uniti, l'Ucraina si troverebbe in una condizione di estrema difficoltà”, ha aggiunto Zazo.
Nel suo intervento sui tre impegnativi e difficili anni trascorsi a Kyȉv, l'amb. Zazo ha raccontato tanti dettagli anche di vita quotidiana e non solo diplomatica. Come i 200 italiani, di cui 14 neonati, ospitati in residenza; l'organizzazione dell'evacuazione dei connazionali; ma anche l'apprezzamento Ucraino e internazionale per essere stata l'ambasciata italiana coraggiosamente, con quella francese, l'unica a non chiudere. O la sua inizialmente pudica esibizione al pianoforte, poi ripetuta anche con il placet della Farnesina, che gli ha procurato un ampio consenso non solo tra i gli ospiti della residenza ma anche nei social.
Insomma, l'amb. Zazo ha estasiato e anche stimolato i giovani aspiranti alla carriera diplomatica con la schiettezza e genuinità del suo racconto.
Nel suo intervento sui tre impegnativi e difficili anni trascorsi a Kyȉv, l'amb. Zazo ha raccontato tanti dettagli anche di vita quotidiana e non solo diplomatica. Come i 200 italiani, di cui 14 neonati, ospitati in residenza; l'organizzazione dell'evacuazione dei connazionali; ma anche l'apprezzamento Ucraino e internazionale per essere stata l'ambasciata italiana coraggiosamente, con quella francese, l'unica a non chiudere. O la sua inizialmente pudica esibizione al pianoforte, poi ripetuta anche con il placet della Farnesina, che gli ha procurato un ampio consenso non solo tra i gli ospiti della residenza ma anche nei social.
Insomma, l'amb. Zazo ha estasiato e anche stimolato i giovani aspiranti alla carriera diplomatica con la schiettezza e genuinità del suo racconto.
DdM
Fonte: Redazione