21 Gennaio 2025
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Siria: come evitare nuovi modelli Afghanistan e Libia

04-01-2025 17:26 - Opinioni
La Siria dopo Assad (fonte ISPI) La Siria dopo Assad (fonte ISPI)
GD - Roma, 4 gen, 25 - Le vicende siriane e gli sviluppi seguiti alla caduta del regime di Bashar al Assad hanno fatto nascere molte paure sul “dopo”, viste le esperienze negative maturate in Afghanistan con la presa del potere dei Talebani, ma anche in Libia dopo la caduta del regime di Gheddafi.
I timori non sono infondati perché, com'è sempre stato nella storia dell'umanità, a distruggere tutto si fa presto e lo può fare chiunque, anche i delinquenti comuni.
Costruire uno Stato, partendo dalle macerie e da decenni di odio e crudeltà tra fazioni diverse, è opera ben più complessa che richiede molto tempo e soprattutto richiede grande abilità, buona volontà e saggezza da parte di tutti coloro che saranno coinvolti in questo delicatissimo processo di rinascita del Paese.
I nuovi leader siriani hanno pochi modelli da seguire nel loro tentativo di ottenere il riconoscimento internazionale. Non esistono guide su come gestire un governo per gruppi che hanno operato, fino a poche settimane fa, sotto simboli e organizzazioni classificate a livello mondiale come “terroristiche”.
Anche per i governi occidentali non esiste alcun vademecum, alcun insieme chiaro di regole per fare “rientrare” un'organizzazione classificata come terroristica, perché affiliata ad al-Qaeda, in una controparte istituzionale con cui dialogare per gestire il caos che segue a una rivoluzione sociale.
Al HayatTahrir al-Sham (HTS), il gruppo che ha deposto il dittatore siriano Bashar al-Assad all'inizio di dicembre, e i governi occidentali che hanno a cuore la stabilizzazione della Siria, possono trarre esperienze ed esempi da un precedente: il ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan nel 2021. Dopo che i Talebani si sono impadroniti di Kabul, l'Afghanistan ha vacillato sotto il peso delle difficoltà economiche e sociali che sono emerse immediatamente, anche per l'impreparazione dei talebani e l'approccio improvvisato a gestire uno Stato.
Gestire uno Stato non è qualcosa che può fare chiunque, anche se motivato da buone intenzioni.
Per gestire uno Stato ci vuole competenza amministrativa, capacità di instaurare un dialogo con i paesi limitrofi e con i partner internazionali. Per calmare le tensioni interne ci vuole il rispetto, anche minimo, delle più basilari forme di democrazia e convivenza tra persone e famiglie che si erano combattute fino al giorno prima. Queste cose sono tutte mancate in Afghanistan.
I talebani non potendo risolvere da soli i problemi della fame e della povertà hanno puntato su l'unica cosa che hanno sempre saputo fare: reprimere i cittadini, con particolare crudeltà verso le donne.
Queste esperienze negative si possono prevenire e evitare in Siria. Bisogna aprire al nuovo regime e bisogna soprattutto evitare che a vincere sia la fame e la disperazione dei siriani che, per troppi anni, sono stati costretti a vivere in condizioni inumane, sia quelli che sono rimasti in patria, sia quelli che hanno cercato rifugio in Turchia.
Perché bisogna sempre ricordare che la rivoluzione sociale ha coinvolto tutti i siriani che hanno lottato insieme, musulmani, cristiani, curdi, per abbattere il dittatore sanguinario che li ha tenuti sotto il tacco per decenni.
L'esperienza negativa libica, in seguito alla caduta del regime di Gheddafi, può essere evitata in Siria. La Libia non aveva una vera classe media in grado di succedere al regime di Gheddafi. I Paesi limitrofi della Libia non avevano alcuna influenza, né timori per l'instabilità del loro vicino. I Paesi occidentali hanno provato con personaggi più o meno discutibili di aumentare la loro influenza in Libia senza per altro approdare dopo oltre 10 anni ad alcuna soluzione concreta.
La Siria ha una classe media di persone preparate. Questa classe media si deve mettere al servizio del paese per ricostruire l'amministrazione pubblica e fare ripartire la vita in Siria.
Questo processo è fondamentale per i siriani, ma anche per i paesi limitrofi, soprattutto Libano e Israele e per tutti i Paesi occidentali. Non possiamo permetterci una nuova area di tensione, di crisi in medio oriente. Quello per cui bisogna lavorare tutti insieme è per la rinascita di questi Popoli millenari per troppo tempo oscurati dalla barbarie di una dittatura ottusa e sanguinaria.
La stabilizzazione e rinascita della Siria, indipendentemente dagli orientamenti religiosi di chi la governerà, contribuirà anche al tramonto di quei regimi ottusi che da troppi anni opprimono i loro popoli.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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