Russia: dalla Siria è cominciato per Mosca l'effetto domino
18-12-2024 11:26 - Opinioni
GD - Roma, 18 dic. 24 - I francesi usano il modo di dire “Tout se tient" per indicare che tutti gli elementi di una situazione, di un racconto, di un argomento o di un sistema sono interconnessi e coesistenti in modo coeso e logico. Va da sé, che la conseguenza del fatto che è “tutto collegato”, comporta che nel momento in cui dovesse cedere un elemento di quelli collegati, tutti gli altri elementi lo seguano e facciano la stessa fine. È l'effetto domino. Questo è quello che sta succedendo alla Russia di Putin e dei suoi gerarchi. I russi, nel 2011 si sono stabiliti in forze in Siria, per supportare il regime autocratico e sanguinario di Bashar Al Assad.
In questi giorni emergono, senza possibilità di smentita, le atrocità di un regime che per perpetuare se stesso non si è fatto scrupolo di massacrare il proprio Popolo, utilizzando i metodi più terribili che si possano immaginare. Questo ha provocato anche la fuga dal Paese di milioni di siriani che si sono rifugiati all'estero.
Il regime sostenuto dai russi è crollato non per opera dei “terroristi”, come mendacemente dichiara Assad dal suo ritiro protetto di Mosca, ma per opera di tutto il Popolo siriano che finalmente è riuscito a sovrastare i suoi oppressori.
I “rivoltosi” siriani sono jihadisti ed ex jihadisti, ma anche Cristiani, Drusi, Curdi. Sono tutti coloro che hanno subito la repressione del regime che hanno combattuto fianco a fianco per liberare la Siria dal dittatore Assad.
Il capo dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, ha dismesso la divisa da jihadista e ha già dichiarato che la nuova Siria sarà multi confessionale e garantirà a tutti di poter vivere in pace. Perché la Siria non è l'Afghanistan, i siriani sono un popolo colto dalle tradizioni millenarie.
Grazie agli espatriati siriani, che hanno già iniziato a rientrare nel loro Paese dall'esilio in Turchia, sarà possibile ricostruire quella “classe media” che è la spina dorsale di qualsiasi Paese e che è fondamentale per garantire la rinascita della Siria.
Adesso che il regime è crollato, il nuovo Governo siriano farà in modo di liberarsi dalle interferenze straniere colluse con il dittatore Assad e questo comporterà l'espulsione delle truppe di invasione russe che stazionano in Siria, e sta già comportando l'abbattimento di tutti quei simboli legati all'Iran, che ha sostenuto il regime di Assad.
Il nuovo Governo siriano ha ricevuto l'esortazione forte della nuova commissaria dell'Unione Europea, l'estone Kaja Kallas, che ha esortato a interrompere qualsiasi relazione con l'Iran e soprattutto con la Russia.
Gli estoni, per loro sfortuna, conoscono molto bene il “tacco sovietico” che li ha schiacciati per mezzo secolo. Normale, quindi, che la prima esortazione della Kallas sia stata quella di interrompere i legami con la Russia.
E qui inizia l'effetto domino. I russi perdendo il loro predominio sulla Siria non avranno più alcuna influenza diretta in Medio-Oriente. Non avranno più accessi diretti al Mar Mediterraneo. Anche se hanno già messo gli occhi sulla Libia.
Già da qualche mese le cose si sono messe molto male per i russi anche in Africa dove operano i militari dell'Africa Corps - il nuovo nome assegnato dalle gerarchie militari russe ai mercenari della Wagner - che continuano a collezionare ingenti perdite di uomini e dotazioni nei vari teatri africani. I militari dell'Africa Corps sono sempre più esposti alle reazioni delle tribù locali che combattono contro i governi e i dittatori sostenuti dai russi.
Il regime sostenuto dai russi è crollato non per opera dei “terroristi”, come mendacemente dichiara Assad dal suo ritiro protetto di Mosca, ma per opera di tutto il Popolo siriano che finalmente è riuscito a sovrastare i suoi oppressori.
I “rivoltosi” siriani sono jihadisti ed ex jihadisti, ma anche Cristiani, Drusi, Curdi. Sono tutti coloro che hanno subito la repressione del regime che hanno combattuto fianco a fianco per liberare la Siria dal dittatore Assad.
Il capo dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, ha dismesso la divisa da jihadista e ha già dichiarato che la nuova Siria sarà multi confessionale e garantirà a tutti di poter vivere in pace. Perché la Siria non è l'Afghanistan, i siriani sono un popolo colto dalle tradizioni millenarie.
Grazie agli espatriati siriani, che hanno già iniziato a rientrare nel loro Paese dall'esilio in Turchia, sarà possibile ricostruire quella “classe media” che è la spina dorsale di qualsiasi Paese e che è fondamentale per garantire la rinascita della Siria.
Adesso che il regime è crollato, il nuovo Governo siriano farà in modo di liberarsi dalle interferenze straniere colluse con il dittatore Assad e questo comporterà l'espulsione delle truppe di invasione russe che stazionano in Siria, e sta già comportando l'abbattimento di tutti quei simboli legati all'Iran, che ha sostenuto il regime di Assad.
Il nuovo Governo siriano ha ricevuto l'esortazione forte della nuova commissaria dell'Unione Europea, l'estone Kaja Kallas, che ha esortato a interrompere qualsiasi relazione con l'Iran e soprattutto con la Russia.
Gli estoni, per loro sfortuna, conoscono molto bene il “tacco sovietico” che li ha schiacciati per mezzo secolo. Normale, quindi, che la prima esortazione della Kallas sia stata quella di interrompere i legami con la Russia.
E qui inizia l'effetto domino. I russi perdendo il loro predominio sulla Siria non avranno più alcuna influenza diretta in Medio-Oriente. Non avranno più accessi diretti al Mar Mediterraneo. Anche se hanno già messo gli occhi sulla Libia.
Già da qualche mese le cose si sono messe molto male per i russi anche in Africa dove operano i militari dell'Africa Corps - il nuovo nome assegnato dalle gerarchie militari russe ai mercenari della Wagner - che continuano a collezionare ingenti perdite di uomini e dotazioni nei vari teatri africani. I militari dell'Africa Corps sono sempre più esposti alle reazioni delle tribù locali che combattono contro i governi e i dittatori sostenuti dai russi.
Infine l’Ucraina, il fronte più impegnativo per i russi, dove malgrado il supporto ricevuto dalla Corea del Nord, non si registrano variazioni significative della situazione al fronte. I non molti chilometri di territorio conquistato dai russi in Ucraina, dopo mesi di incessanti bombardamenti e combattimenti sul terreno (ricordate i ben 63 km di mezzi blindati russi diretti a Kyïv, ma di cui si è poi persa traccia!), è stato pagato dai russi con perdite ingentissime di uomini e dotazioni militari.
Gli ucraini nel frattempo hanno affinato la costruzione di droni capaci di colpire in profondità le installazioni militari russe e stanno dimostrando di avere una intelligence capace di colpire in modo mirato i singoli gerarchi russi.
Eppure tanti supporter nostrani di Putin credono ancora che la Russia sia imbattibile e temono la sua reazione. Sperano pertanto che con l’arrivo di Trump si possano “domare” gli ucraini per soggiogarli al controllo dei russi. Queste persone saranno deluse a breve, perché Trump non ha alcuna intenzione di fare concessioni a Putin e porrà in essere tutte le azioni necessaria per fare “fallire” l’economia russa abbassando il prezzo del petrolio e imponendo all’India di non acquistare più petrolio russo.
Inoltre Trump sta già definendo la strategia per imporre alla Cina il rispetto delle sanzioni alla Russia. Il castello della presunta “supremazia russa” verrà giù pezzo dopo pezzo, perché come si diceva prima “tout se tient”.
Gli ucraini nel frattempo hanno affinato la costruzione di droni capaci di colpire in profondità le installazioni militari russe e stanno dimostrando di avere una intelligence capace di colpire in modo mirato i singoli gerarchi russi.
Eppure tanti supporter nostrani di Putin credono ancora che la Russia sia imbattibile e temono la sua reazione. Sperano pertanto che con l’arrivo di Trump si possano “domare” gli ucraini per soggiogarli al controllo dei russi. Queste persone saranno deluse a breve, perché Trump non ha alcuna intenzione di fare concessioni a Putin e porrà in essere tutte le azioni necessaria per fare “fallire” l’economia russa abbassando il prezzo del petrolio e imponendo all’India di non acquistare più petrolio russo.
Inoltre Trump sta già definendo la strategia per imporre alla Cina il rispetto delle sanzioni alla Russia. Il castello della presunta “supremazia russa” verrà giù pezzo dopo pezzo, perché come si diceva prima “tout se tient”.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionaleFonte: Ciro Maddaloni