Meloni in Cina, Marco Polo maestro di diplomazia
31-07-2024 11:21 - Opinioni
Marco Polo
GD – Roma 31 lug. 24 - Il viaggio di Giorgia Meloni in Cina, il primo di un presidente del Consiglio italiano da quando l’Italia è uscita dalla Belt and Road initiative (la “Via della Seta”) cade esattamente nel 700° anniversario dalla morte di Marco Polo, che – dopo 24 anni di viaggi e 4 di prigionia impiegati in parte per dettare il “Milione” a Rustichello da Pisa - si spense nella sua città natale, Venezia, l’8 gennaio 1324.
Marco Polo non fui il primo europeo a raggiungere la Cina, ma il dettagliato racconto del suo viaggio, compiuto dal 1271 al 1295 con il padre Matteo e lo zio Nicolò, aprì un capitolo nuovo nei rapporti tra l’Occidente cristiano e il millenario Catai e ispirò generazioni di esploratori e navigatori dei secoli successivi. Legò il suo nome a quello di Kublai Khan, 5° khagan dei mongoli, nipote di Gengis Khan e sovrano assoluto della Cina.
Al di là delle dispute tra gli studiosi sul suo ruolo nell’ impero e sulla sua effettiva conoscenza della cultura degli han, allora oppressi dai mongoli, la Repubblica Popolare Cinese celebra Marco Polo come l’uomo che fece conoscere la Cina all’Occidente e un altro italiano, il gesuita Matteo Ricci, come quello che fece conoscere l’Occidente alla Cina: sono gli unici due stranieri ritratti nei murales del China Millennium Monument, inaugurato nel 1999 per celebrare la storia e la cultura dell’ immenso paese.
Del “nostro” Marco mi piace evidenziare la capacità di praticare e affinare, in tanti entusiasmanti anni trascorsi nell’ impero, almeno per come sono descritti nel “Milione”, la nobile arte della diplomazia e della diplomazia indiretta-informale: il saper tessere abilmente e pazientemente relazioni, istituzionali e non, per raggiungere obiettivi spesso non raggiungibili per via diretta.
I soci dell’ Istituto Diplomatico Internazionale sanno bene, e pian piano lo apprendono gli studenti che svolgono il tirocinio da noi , quanto conta, nella nostra visione del mondo e dei rapporti internazionali, la diplomazia informale, utile costruttrice di solidi e responsabili rapporti fondati innanzitutto sulla reciprocità: un dialogo proficuo perché paritario e alimentato dal rispetto per le peculiarità culturali delle parti, in ogni ambito del vissuto umano, da quello giuridico a quello valoriale, dalle tradizioni agli usi e costumi. Perfino a tavola.
Si può allora affermare che Marco Polo è stato un vero precursore dei nostri tempi nei rapporti con l’affascinante, misterioso e pertanto ancora non pienamente compreso “Oriente”. Siamo certi che Giorgia Meloni, in questa sua prima visita istituzionale alla Repubblica Popolare Cinese ha fatto tesoro della grande esperienza di Marco Polo, per avviare nuovi, profondi, rispettosi, proficui rapporti con il “millenario Catai”, oggi una superpotenza ricca di cultura e di tradizioni come di innovazione tecnologica, entusiasmo imprenditoriale e voglia di futuro, che però, sul fronte dei diritti umani, deve ancora compiere passi significativi e potrà forse trarre giovamento dal rapporti con il nostro Paese.
Possa questo significativo anniversario dei 700 anni della morte di Marco Polo segnare un nuovo inizio dei rapporti bilaterali tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese, ricordandoci che il passato è saggio maestro del presente, tanto più se attinge linfa vitale da così profonde e feconde radici.
Paolo Giordani
Presidente IDI Istituto Diplomatico Internazionale
Fonte: Paolo Giordani IDI
Marco Polo non fui il primo europeo a raggiungere la Cina, ma il dettagliato racconto del suo viaggio, compiuto dal 1271 al 1295 con il padre Matteo e lo zio Nicolò, aprì un capitolo nuovo nei rapporti tra l’Occidente cristiano e il millenario Catai e ispirò generazioni di esploratori e navigatori dei secoli successivi. Legò il suo nome a quello di Kublai Khan, 5° khagan dei mongoli, nipote di Gengis Khan e sovrano assoluto della Cina.
Al di là delle dispute tra gli studiosi sul suo ruolo nell’ impero e sulla sua effettiva conoscenza della cultura degli han, allora oppressi dai mongoli, la Repubblica Popolare Cinese celebra Marco Polo come l’uomo che fece conoscere la Cina all’Occidente e un altro italiano, il gesuita Matteo Ricci, come quello che fece conoscere l’Occidente alla Cina: sono gli unici due stranieri ritratti nei murales del China Millennium Monument, inaugurato nel 1999 per celebrare la storia e la cultura dell’ immenso paese.
Del “nostro” Marco mi piace evidenziare la capacità di praticare e affinare, in tanti entusiasmanti anni trascorsi nell’ impero, almeno per come sono descritti nel “Milione”, la nobile arte della diplomazia e della diplomazia indiretta-informale: il saper tessere abilmente e pazientemente relazioni, istituzionali e non, per raggiungere obiettivi spesso non raggiungibili per via diretta.
I soci dell’ Istituto Diplomatico Internazionale sanno bene, e pian piano lo apprendono gli studenti che svolgono il tirocinio da noi , quanto conta, nella nostra visione del mondo e dei rapporti internazionali, la diplomazia informale, utile costruttrice di solidi e responsabili rapporti fondati innanzitutto sulla reciprocità: un dialogo proficuo perché paritario e alimentato dal rispetto per le peculiarità culturali delle parti, in ogni ambito del vissuto umano, da quello giuridico a quello valoriale, dalle tradizioni agli usi e costumi. Perfino a tavola.
Si può allora affermare che Marco Polo è stato un vero precursore dei nostri tempi nei rapporti con l’affascinante, misterioso e pertanto ancora non pienamente compreso “Oriente”. Siamo certi che Giorgia Meloni, in questa sua prima visita istituzionale alla Repubblica Popolare Cinese ha fatto tesoro della grande esperienza di Marco Polo, per avviare nuovi, profondi, rispettosi, proficui rapporti con il “millenario Catai”, oggi una superpotenza ricca di cultura e di tradizioni come di innovazione tecnologica, entusiasmo imprenditoriale e voglia di futuro, che però, sul fronte dei diritti umani, deve ancora compiere passi significativi e potrà forse trarre giovamento dal rapporti con il nostro Paese.
Possa questo significativo anniversario dei 700 anni della morte di Marco Polo segnare un nuovo inizio dei rapporti bilaterali tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese, ricordandoci che il passato è saggio maestro del presente, tanto più se attinge linfa vitale da così profonde e feconde radici.
Paolo Giordani
Presidente IDI Istituto Diplomatico Internazionale
Fonte: Paolo Giordani IDI