Le molte incognite dei BRICS: sì e con chi?
30-10-2024 17:49 - Opinioni
GD - Roma, 30 ott. 24 - In questi ultimi giorni abbiamo sentito parlare dei BRICS come potenza emergente, che intende superare “l’intollerabile predominanza del dollaro” e del mondo occidentale. Ma è veramente così?
No, non è così per una semplice ragione: il Paese più “pesante” dei BRICS è la Cina che da sola rappresenta ben oltre il 50% dell’economia di tutti i Paesi che aderiscono ai BRICS. E la Cina deve tener conto sia dei suoi interessi economici, sia dei suoi interessi geopolitici.
Dal punto di vista economico, la Cina non ha alcun interesse a sganciarsi dal dollaro, perché possiede una quantità di asset in dollari che sono sia la sua riserva di valuta estera, sia il risultato dell’enorme surplus commerciale che viene investito nelle varie attività finanziarie. Per queste ragioni, i mercati cinesi sono legati a doppio filo al sistema finanziario basato sul dollaro.
Per i cinesi abbandonare il dollaro è praticamente impossibile, essendo la Cina la fabbrica dei prodotti delle multinazionali statunitensi.
È stato possibile per la Russia abbandonare il dollaro, perché possedeva pochi asset denominati in dollari. Comunque, l’esclusione dal sistema di pagamenti SWIFT ha rappresentato il problema più grande generato dalle sanzioni adottate dai Paesi occidentali contro la Russia.
Dal punto di vista geopolitico, siamo sicuri che la Cina sia pronta a seguire la Russia nella sua politica di predominio e conquiste territoriali? Anche in questo caso la risposta è negativa, e l’ha fornita Xi Jinping in persona nel suo discorso pronunciato a Kazan il 24 ottobre scorso quando ha affermato: «L'ascesa collettiva del Sud globale è un tratto distintivo della grande trasformazione in atto nel mondo. La marcia congiunta dei Paesi del Sud globale verso la modernizzazione è monumentale nella storia mondiale e senza precedenti nella civiltà umana. Allo stesso tempo, la pace e lo sviluppo devono ancora affrontare gravi sfide e la strada verso la prosperità per il Sud globale non sarà diritta. Essendo in prima linea nel Sud globale, dovremmo usare la nostra saggezza e la nostra forza collettiva e assumerci la responsabilità di costruire una comunità con un futuro condiviso per l'umanità. Dobbiamo sostenere la pace e lottare per la sicurezza comune. Dovremmo fare un passo avanti insieme per formare una forza stabilizzante per la pace. Dovremmo rafforzare la governance della sicurezza globale ed esplorare soluzioni per affrontare sia i sintomi che le radici dei problemi dei punti caldi. Molte parti hanno risposto calorosamente alla mia Iniziativa per la sicurezza globale. Nell'ambito dell'Iniziativa, abbiamo compiuto importanti progressi nel mantenimento della stabilità regionale e in molti altri settori. La Cina e il Brasile hanno emesso congiuntamente il consenso in sei punti e hanno lanciato il gruppo degli Amici per la pace sulla crisi ucraina insieme ad altri Paesi del Sud globale. Dovremmo promuovere una rapida de-escalation per aprire la strada a una soluzione politica. Lo scorso luglio, le fazioni palestinesi si sono riconciliate a Pechino, segnando un passo fondamentale verso la pace in Medio Oriente. Dobbiamo continuare a promuovere un cessate il fuoco globale nella Striscia di Gaza e rilanciare la soluzione dei due Stati. Dobbiamo impedire che le fiamme della guerra si propaghino in Libano e porre fine alle miserabili sofferenze in Palestina e in Libano».
Fonte: Ciro Maddaloni
No, non è così per una semplice ragione: il Paese più “pesante” dei BRICS è la Cina che da sola rappresenta ben oltre il 50% dell’economia di tutti i Paesi che aderiscono ai BRICS. E la Cina deve tener conto sia dei suoi interessi economici, sia dei suoi interessi geopolitici.
Dal punto di vista economico, la Cina non ha alcun interesse a sganciarsi dal dollaro, perché possiede una quantità di asset in dollari che sono sia la sua riserva di valuta estera, sia il risultato dell’enorme surplus commerciale che viene investito nelle varie attività finanziarie. Per queste ragioni, i mercati cinesi sono legati a doppio filo al sistema finanziario basato sul dollaro.
Per i cinesi abbandonare il dollaro è praticamente impossibile, essendo la Cina la fabbrica dei prodotti delle multinazionali statunitensi.
È stato possibile per la Russia abbandonare il dollaro, perché possedeva pochi asset denominati in dollari. Comunque, l’esclusione dal sistema di pagamenti SWIFT ha rappresentato il problema più grande generato dalle sanzioni adottate dai Paesi occidentali contro la Russia.
Dal punto di vista geopolitico, siamo sicuri che la Cina sia pronta a seguire la Russia nella sua politica di predominio e conquiste territoriali? Anche in questo caso la risposta è negativa, e l’ha fornita Xi Jinping in persona nel suo discorso pronunciato a Kazan il 24 ottobre scorso quando ha affermato: «L'ascesa collettiva del Sud globale è un tratto distintivo della grande trasformazione in atto nel mondo. La marcia congiunta dei Paesi del Sud globale verso la modernizzazione è monumentale nella storia mondiale e senza precedenti nella civiltà umana. Allo stesso tempo, la pace e lo sviluppo devono ancora affrontare gravi sfide e la strada verso la prosperità per il Sud globale non sarà diritta. Essendo in prima linea nel Sud globale, dovremmo usare la nostra saggezza e la nostra forza collettiva e assumerci la responsabilità di costruire una comunità con un futuro condiviso per l'umanità. Dobbiamo sostenere la pace e lottare per la sicurezza comune. Dovremmo fare un passo avanti insieme per formare una forza stabilizzante per la pace. Dovremmo rafforzare la governance della sicurezza globale ed esplorare soluzioni per affrontare sia i sintomi che le radici dei problemi dei punti caldi. Molte parti hanno risposto calorosamente alla mia Iniziativa per la sicurezza globale. Nell'ambito dell'Iniziativa, abbiamo compiuto importanti progressi nel mantenimento della stabilità regionale e in molti altri settori. La Cina e il Brasile hanno emesso congiuntamente il consenso in sei punti e hanno lanciato il gruppo degli Amici per la pace sulla crisi ucraina insieme ad altri Paesi del Sud globale. Dovremmo promuovere una rapida de-escalation per aprire la strada a una soluzione politica. Lo scorso luglio, le fazioni palestinesi si sono riconciliate a Pechino, segnando un passo fondamentale verso la pace in Medio Oriente. Dobbiamo continuare a promuovere un cessate il fuoco globale nella Striscia di Gaza e rilanciare la soluzione dei due Stati. Dobbiamo impedire che le fiamme della guerra si propaghino in Libano e porre fine alle miserabili sofferenze in Palestina e in Libano».
Quindi sia la Cina che il Brasile hanno detto chiaramente al padrone di casa Putin, che ospitava il meeting, che è tempo di finire la guerra in Ucraina.
La Cina ed il Brasile riconoscono che solo nella pace si potrà prospettare lo sviluppo economico e sociale che è l’obiettivo primario che si pongono i BRICS per sostenere i paesi del Sud del mondo.
A tal fine la Cina ha organizzato nel mese di settembre a Pechino il Forum sulla cooperazione Cina-Africa ed ha annunciato «le dieci azioni di partenariato per la Cina e l'Africa per far progredire lo sviluppo e la modernizzazione dei Paesi africani».
Anche qui nasce un punto di contrasto con la Russia che, invece, tende a mantenere attivi, con le truppe mercenarie della Wagner, decine di conflitti e focolai di instabilità in tutto il Centr’Africa.
I cinesi, invece, intendono usare i “dollari” come sistema d’arma per far crescere i Paesi africani verso lo sviluppo realizzando in primis i propri interessi economici, e allo stesso tempo aiutando quei Paesi a progredire.
Quindi, la domanda rimane: BRICS sì, ma con chi e soprattutto come?
Il discorso originale di Xi Jinping è al link: https://english.www.gov.cn/news/202410/24/content_WS671a572cc6d0868f4e8ec42c.html
La Cina ed il Brasile riconoscono che solo nella pace si potrà prospettare lo sviluppo economico e sociale che è l’obiettivo primario che si pongono i BRICS per sostenere i paesi del Sud del mondo.
A tal fine la Cina ha organizzato nel mese di settembre a Pechino il Forum sulla cooperazione Cina-Africa ed ha annunciato «le dieci azioni di partenariato per la Cina e l'Africa per far progredire lo sviluppo e la modernizzazione dei Paesi africani».
Anche qui nasce un punto di contrasto con la Russia che, invece, tende a mantenere attivi, con le truppe mercenarie della Wagner, decine di conflitti e focolai di instabilità in tutto il Centr’Africa.
I cinesi, invece, intendono usare i “dollari” come sistema d’arma per far crescere i Paesi africani verso lo sviluppo realizzando in primis i propri interessi economici, e allo stesso tempo aiutando quei Paesi a progredire.
Quindi, la domanda rimane: BRICS sì, ma con chi e soprattutto come?
Il discorso originale di Xi Jinping è al link: https://english.www.gov.cn/news/202410/24/content_WS671a572cc6d0868f4e8ec42c.html
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni