16 Luglio 2024
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La follia umana continua a non dormire mai

15-07-2024 19:36 - Opinioni
GD - Roma, 15 lug. 24 - Sono trascorse poche ore dall’attentato contro Donald Trump in Pennsylvania e già cominciano a circolare varie tesi “complottiste” pro e contro l'ex presidente USA. Una di queste, la più insistente tra i “detrattori” del candidato repubblicano, pone l’accento sulla domanda: “quanto ha reso in termini pubblicitari l'attentato a Trump?”.
Senza fare calcoli o altre alchimie, risulta immediatamente evidente che si tratta di una domanda quanto meno “inopportuna”, perché come si può vedere in tutti i filmati disponibili, sarebbero bastati meno di due centimetri più a destra e Trump sarebbe morto nell’attentato. Non avrebbe avuto alcuna possibilità di salvezza.
L’attentatore avrà speso ore ed ore ad allenarsi con il suo fucile, perché per colpire alla testa un obiettivo mobile a 150 metri di distanza non basta la “fortuna”; è necessaria una grande esperienza e lungo allenamento al tiro di precisione. Tiro che è stato più che preciso, se si considera che l’attentatore ha mirato alla fronte del candidato presidenziale e che lo ha “mancato di 2 centimetri".
Si evidenzia, inoltre, che se l’attentatore avesse utilizzato, al posto di un fucile AR45, un vero fucile di precisione, come ad esempio un Barret M82 noto per la sua lunga gittata e il suo potere d'arresto, e al posto delle munizioni acquistate in un'armeria o un supermercato si fosse munito di munizioni per lunga gittata, il candidato repubblicano non avrebbe avuto scampo.
Se ci fosse stato un “complotto” per eliminare Trump, certamente avrebbero piazzato ben più di un attentatore e gli avrebbero fornito un vero fucile di precisione.
Se invece, come dicono i “complottisti” anti-Trump, questi avesse organizzato il tutto da solo per trarre “vantaggio” alle elezioni, allora più che gridare al complotto dovrebbero “gridare al matto”, perché uno che si fa sparare all’orecchio da un ragazzino di 20 anni con un fucile da 150 metri di distanza non ci sta con la testa!
Chi paventa eventuali stratagemmi per “dare un aiutino” alla campagna di Trump dovrebbe almeno ricordare che, purtroppo, in questo attentato è morto un sostenitore di Trump (un ex vigile del fuoco di origini italiane) e un altro è gravissimo in ospedale.
Sarebbe inoltre doveroso ricordare che anche l'attentatore è morto, neutralizzato con qualche secondo di ritardo dai cecchini posti a protezione del comizio elettorale.
Davanti a due morti, piuttosto che elaborare teorie complottiste, o effettuare analisi su chi trae “maggior vantaggio” da questa tragedia, sarebbe opportuno chiedersi: perché la mente umana arriva a concepire e commettere queste cose orribili?
Ma per fare questo tipo di ragionamenti ci vuole serenità mentale e maturità personale, tutte doti umane sempre più rare, non solo negli Stati Uniti, dov’è possibile comprare un’arma al supermercato, ma anche da noi dove non potendo acquistare armi usiamo la lingua o la penna per delegittimare, come leoni da testiera, chi la pensa diversamente.
Nella speranza che questo evento porti le persone alla consapevolezza che gli avversari politici non sono nemici da distruggere, ma persone con cui confrontarsi per il bene e l’interesse di tutti.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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