Istituto Cervantes Roma con mostra celebra scultore Eduardo Chillida
03-11-2024 20:33 - Arte, cultura, turismo


GD - Roma, 3 nov. 24 - A cento anni dalla nascita del grande scultore spagnolo Eduardo Chillida (1924- 2002) l’Istituto Cervantes di Roma lo celebra con una significativa mostra di 41 opere, una vera retrospettiva della sua carriera artistica attraverso i due principali mezzi con cui lavorò: il disegno, su carta creata da lui, e la scultura.
La mostra, ospitata nella Sala Dalì affacciata su Piazza Navona, rimarrà aperta sino all’11 gennaio 2025.
Fonte: Carlo Franza
La mostra, ospitata nella Sala Dalì affacciata su Piazza Navona, rimarrà aperta sino all’11 gennaio 2025.
Dopo trentadue anni tornano così a Roma le opere del grande artista, che si è fatto conoscere sin dagli anni Cinquanta con esposizioni nei musei e nelle collezioni d’arte in Europa e negli Stati Uniti.
Vincitore di innumerevoli premi, le sue opere sono state commentate ed analizzate da insigni storici e critici d’arte, oltre che da filosofi e poeti. Eccezionalmente sono esposte in questa mostra quattro opere, sculture di ferro, che valsero a Chillida il Premio per la scultura alla Biennale di Venezia del 1958, tra le quali “Gesto” proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Chillida, considerato uno dei più grandi scultori del Novecento, ebbe un rapporto con l’Italia molto intenso pur sentendosi profondamente basco, scrisse infatti: “Io nel mio paese basco mi sento al mio posto, come un albero adatto al suo territorio, un albero sul suo terreno ma con le braccia verso il cielo”.
Chillida, considerato uno dei più grandi scultori del Novecento, ebbe un rapporto con l’Italia molto intenso pur sentendosi profondamente basco, scrisse infatti: “Io nel mio paese basco mi sento al mio posto, come un albero adatto al suo territorio, un albero sul suo terreno ma con le braccia verso il cielo”.
La mostra romana comincia con una serie di disegni figurativi del primo periodo, disegni che si concentrano sulle mani, uno dei temi ricorrenti di Chillida, che tentò un’impresa ardua per lui: disegnare con la mano sinistra, pur essendo destrimane, vuole rivivere l’avventura di imparare con la mano sinistra qualcosa che sapeva fare solo con la mano destra.
Interessanti le 17 “gravitazioni”, rilievi di strati di carte, tagliate e in parte dipinte a china nera, legate e appese mediante corde. Chillida espose per la prima volta le Gravitazioni nel 1988 a Madrid, sono delicate opere bidimensionali in bianco e nero, che esplorano le qualità e i limiti dello spazio, sovrapponendo strati di carta uniti da fili e sospesi per consentire la circolazione d’aria.
Sono opere suggestive perché definiscono nella loro leggerezza una articolazione plastica dell’architettura che alterna volumi concavi e convessi. Le sue sculture esposte in mostra sono caratterizzate da un grande dinamismo e dall’assenza dell’angolo retto, perché l’artista affermò che: “L’angolo retto mi è sembrato il più bello di tutti gli angoli, ma è un po’ intollerante, non ammette dialogo se non con i suoi pari”.
Interessanti le 17 “gravitazioni”, rilievi di strati di carte, tagliate e in parte dipinte a china nera, legate e appese mediante corde. Chillida espose per la prima volta le Gravitazioni nel 1988 a Madrid, sono delicate opere bidimensionali in bianco e nero, che esplorano le qualità e i limiti dello spazio, sovrapponendo strati di carta uniti da fili e sospesi per consentire la circolazione d’aria.
Sono opere suggestive perché definiscono nella loro leggerezza una articolazione plastica dell’architettura che alterna volumi concavi e convessi. Le sue sculture esposte in mostra sono caratterizzate da un grande dinamismo e dall’assenza dell’angolo retto, perché l’artista affermò che: “L’angolo retto mi è sembrato il più bello di tutti gli angoli, ma è un po’ intollerante, non ammette dialogo se non con i suoi pari”.
Tutte le sue opere sono una meditazione sulla presenza e sull’assenza, opere che interagiscono con l’ambiente circonstante, dialogano con lo spettatore, perché disse Chillida: “Io non rappresento, domando.”
Eduardo Chillida (1924-2002) è uno dei massimi scultori della seconda metà del Novecento. Nato nel 1924 a San Sebastian, nei Paesi Baschi, abbandona presto gli studi di architettura per consacrarsi interamente all’arte. Nel 1948 si trasferisce a Parigi, ove realizza le prime sculture in gesso.
Eduardo Chillida (1924-2002) è uno dei massimi scultori della seconda metà del Novecento. Nato nel 1924 a San Sebastian, nei Paesi Baschi, abbandona presto gli studi di architettura per consacrarsi interamente all’arte. Nel 1948 si trasferisce a Parigi, ove realizza le prime sculture in gesso.
Nel 1951 torna definitivamente in patria e inizia a lavorare il ferro, dando avvio a una nuova fase che lo condurrà a trovare il proprio linguaggio espressivo attraverso l’uso dei materiali più diversi, dal legno al marmo, dalla terra cotta al cemento.
Molti filosofi e poeti, con cui l’artista intrattenne un dialogo sul tema dello spazio quale origine della scultura, si sono interessati alla sua opera.
Ha ricevuto molti riconoscimenti a livello internazionale ed ha esposto i suoi lavori in numerosissime mostre personali a livello europeo e mondiale. Nel 2000 viene inaugurato il Museo Chillida-Leku, in cui ha oggi sede la Fondazione Chillida e in cui si trova esposta la collezione privata dell’artista.
Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Fonte: Carlo Franza