Istituto Cervantes: Napoli nella letteratura spagnola del XVI e XVII sec
07-04-2025 12:09 - Arte, cultura, turismo



GD - Napoli, 7 apr. 25 - All'Instituto Cervantes di Napoli si terrà un incontro con l'ispanista Miguel Ángel Candelas Colodrón. L'appuntamento è per giovedì 10 aprile, alle ore 16, con il professore dell' Università di Vigo ed esperto di poesia barocca che presenterà il suo libro "Nápoles en la letteratura española de los siglos XVI y XVII", nella sede partenopea dell'Istituto di Lingua e Cultura Spagnola, in via Chiatamone, 6G. L'incontro, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, sarà introdotto da Ana Navarro , direttrice dell'Instituto Cervantes.
La città di Napoli, durante i secoli XVI e XVII, fu uno spazio fondamentale nello sviluppo della cultura e della letteratura di lingua spagnola. Fin dall'arrivo degli Aragonesi, con Alfonso V, la città napoletana è stata il principale collegamento tra le due penisole. Con la conquista da parte dei francesi nel 1504, divenne un'enclave politica di prim'ordine fino a diventare uno spazio esemplare per l'interpretazione e la rappresentazione culturale della dinastia austriaca. In quel momento inizia il periodo storico trattato dal libro, che si conclude all'inizio del XVIII secolo, con la fine della crisi e della guerra, a livello europeo, dovuto alla successione spagnola e alla costituzione del Regno di Napoli sotto la dinastia dei Borbone.
Nel contesto di questo periodo vicereale durato due secoli, il libro esplora vari discorsi letterari, scritti in spagnolo e legati in modo eterogeneo alla questione napoletana. La selezione comprende testi con meno intenti estetici, ma che rispondono più precisamente alla mentalità di un'epoca; rappresentazioni letterarie in cui Napoli funge da scenario o da spazio simbolico. Lo studio descrive dettagli e caratteristiche del vicereame, con particolare attenzione al rapporto tra le autorità e gli artisti o gli scrittori di corte e alla partecipazione di alcuni di questi autori nell'amministrazione del territorio.
Inizialmente indirizzato ad un pubblico interessato alla letteratura del XVI e XVII secolo, il libro è stato scritto nei mesi della pandemia pensando a un pubblico molto più ampio, quasi come un testo popolare. Si legge come un saggio che mira a mostrare la ricchezza e la varietà del mondo letterario, sociale e persino politico napoletano. Così il libro ha assunto la dimensione di un omaggio emotivo e riflessivo a ciò che Napoli rappresenta non solo nella letteratura spagnola ma nel contesto europeo di cui è il principale fondamento.
Manuel Ángel Candelas Colodrón è professore di Letteratura spagnola del XVI e XVII secolo presso l'Università di Vigo. Il suo lavoro di ricerca si è concentrato sulla poesia spagnola del XVII secolo, in particolare ha dedicato la sua ricerca all'opera di Francisco de Quevedo. È autore di numerose monografie sulla poesia e sulla prosa politica dell'autore e ha pubblicato numerosi articoli su riviste di ricerca internazionali. Ha partecipato per oltre dieci anni a vari progetti di ricerca sull'opera di Quevedo e ha preso parte a numerose conferenze sulla letteratura del Secolo d'oro.
Fonte: Instituto Cervantes
La città di Napoli, durante i secoli XVI e XVII, fu uno spazio fondamentale nello sviluppo della cultura e della letteratura di lingua spagnola. Fin dall'arrivo degli Aragonesi, con Alfonso V, la città napoletana è stata il principale collegamento tra le due penisole. Con la conquista da parte dei francesi nel 1504, divenne un'enclave politica di prim'ordine fino a diventare uno spazio esemplare per l'interpretazione e la rappresentazione culturale della dinastia austriaca. In quel momento inizia il periodo storico trattato dal libro, che si conclude all'inizio del XVIII secolo, con la fine della crisi e della guerra, a livello europeo, dovuto alla successione spagnola e alla costituzione del Regno di Napoli sotto la dinastia dei Borbone.
Nel contesto di questo periodo vicereale durato due secoli, il libro esplora vari discorsi letterari, scritti in spagnolo e legati in modo eterogeneo alla questione napoletana. La selezione comprende testi con meno intenti estetici, ma che rispondono più precisamente alla mentalità di un'epoca; rappresentazioni letterarie in cui Napoli funge da scenario o da spazio simbolico. Lo studio descrive dettagli e caratteristiche del vicereame, con particolare attenzione al rapporto tra le autorità e gli artisti o gli scrittori di corte e alla partecipazione di alcuni di questi autori nell'amministrazione del territorio.
Inizialmente indirizzato ad un pubblico interessato alla letteratura del XVI e XVII secolo, il libro è stato scritto nei mesi della pandemia pensando a un pubblico molto più ampio, quasi come un testo popolare. Si legge come un saggio che mira a mostrare la ricchezza e la varietà del mondo letterario, sociale e persino politico napoletano. Così il libro ha assunto la dimensione di un omaggio emotivo e riflessivo a ciò che Napoli rappresenta non solo nella letteratura spagnola ma nel contesto europeo di cui è il principale fondamento.
Manuel Ángel Candelas Colodrón è professore di Letteratura spagnola del XVI e XVII secolo presso l'Università di Vigo. Il suo lavoro di ricerca si è concentrato sulla poesia spagnola del XVII secolo, in particolare ha dedicato la sua ricerca all'opera di Francisco de Quevedo. È autore di numerose monografie sulla poesia e sulla prosa politica dell'autore e ha pubblicato numerosi articoli su riviste di ricerca internazionali. Ha partecipato per oltre dieci anni a vari progetti di ricerca sull'opera di Quevedo e ha preso parte a numerose conferenze sulla letteratura del Secolo d'oro.
Fonte: Instituto Cervantes