Israele: amb. Peled in visita alla Comunità Ebraica di Milano
21-01-2025 18:42 - Ambasciate
GD - Milano, 21 gen. 25 - Il nuovo ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled ha visitato la Comunità Ebraica di Milano. Ad accoglierlo, nella Sala Segre della Comunità, il presidente Walker Meghnagi, il rabbino capo Rav Alfonso Arbib, il segretario generale Alfonso Sassun, Ilan Boni, vicepresidente della Comunità, e Milo Hasbani, vicepresidente UCEI Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, oltre che tutti i consiglieri. All’incontro ha partecipato anche mons. Pierfrancesco Fumagalli, vicedirettore della Biblioteca Ambrosiana. Presenti anche i responsabili di tutte le organizzazioni ebraiche presenti a Milano.
Fonte: Redazione
«L’ambasciatore Peled ha un curriculum fantastico, una preparazione eccezionale, siamo veramente molto contenti e onorati», ha affermato Meghnagi. «Per venire in Italia ha rifiutato un posto a Budapest», ha aggiunto Hasbani.
L'amb. Peled, già all’inizio dell’incontro, oltre a scusarsi per il suo italiano che sta ancora studiando, ha promesso di tornare a Milano a visitare la comunità. «Questa è la mia quarta volta in veste di ambasciatore. Dopo Australia, Messico ed El Salvador, ho voluto scegliere l’Italia. Oggi c’è bisogno di una voce più forte presente come ambasciatore nella stampa pubblica e italiana e non si può fare se non in italiano. Dobbiamo trovare delle soluzioni attraverso la diplomazia».
L'amb. Peled, già all’inizio dell’incontro, oltre a scusarsi per il suo italiano che sta ancora studiando, ha promesso di tornare a Milano a visitare la comunità. «Questa è la mia quarta volta in veste di ambasciatore. Dopo Australia, Messico ed El Salvador, ho voluto scegliere l’Italia. Oggi c’è bisogno di una voce più forte presente come ambasciatore nella stampa pubblica e italiana e non si può fare se non in italiano. Dobbiamo trovare delle soluzioni attraverso la diplomazia».
Parlando dell’attuale situazione in Israele, l’ambasciatore ha dichiarato: «Davanti a noi c’è un’opportunità. Gli ostaggi stanno ritornando. Non possiamo però dire di essere felici, perché questo è un processo doloroso e difficile. Non sappiamo nemmeno settimana prossima chi ritornerà vivo e chi no. È terribile, quando ad esempio vediamo celebrare Hamas e i palestinesi. È lì che vediamo la differenza tra noi, stato democratico, e mi scuso per il termine i vicini barbari. Detto ciò, dobbiamo trovare una soluzione con la politica e la diplomazia, perché non voglio e non vorrei che i nostri figli debbano andare all’esercito».
Durante il suo intervento non si è dimenticato di parlare dell’Iran, una nazione che sarà migliore una volta che cesserà il regime degli Ayatollah, perché «il popolo persiano è migliore, iraniani e israeliani possono vivere assieme».
«Per me è veramente un onore essere qui oggi, vedere una comunità viva, con una scuola bellissima e tanti amici. Vorrei sapere da voi quali sono i vostri problemi e come possiamo lavorare assieme. Non mi aspettavo un’accoglienza del genere. Sono qui al vostro servizio e spero che possiamo trascorrere dei bellissimi momenti assieme», ha detto Peled quasi al termine del suo intervento.
Durante il suo intervento non si è dimenticato di parlare dell’Iran, una nazione che sarà migliore una volta che cesserà il regime degli Ayatollah, perché «il popolo persiano è migliore, iraniani e israeliani possono vivere assieme».
«Per me è veramente un onore essere qui oggi, vedere una comunità viva, con una scuola bellissima e tanti amici. Vorrei sapere da voi quali sono i vostri problemi e come possiamo lavorare assieme. Non mi aspettavo un’accoglienza del genere. Sono qui al vostro servizio e spero che possiamo trascorrere dei bellissimi momenti assieme», ha detto Peled quasi al termine del suo intervento.
Fonte: Redazione