IILA: "Patto per il Gran Chaco" per sviluppo senza deforestazione
07-09-2021 16:29 - Ambasciate
GD – Roma, 7 set. 21 – IILA informa che il 30 settembre, dalle ore 14:00 alle 17:00, all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l'Associazione Museo Verde, in stretta collaborazione con l'IILA Istituto Italo Latino Americano, di cui fanno parte 20 paesi dell'America Latina e l'Italia, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, e di ALTIS Università Cattolica e la partecipazione del WWF Italia e di Ambasciate di Paesi Latinoamericani, presenterà il “Patto per il Gran Chaco”, una proposta innovativa per salvare uno dei polmoni verdi del pianeta. La presentazione formulerà una proposta ritenuta utile nel contesto delle azioni necessarie per contrastare i cambiamenti climatici. In quanto tale è stata inserita, come side event, nel programma della PreCop26.
Cosa è il Gran Chaco? Una pianura di 1,3 milioni chilometri quadrati (4 volte l'Italia), che si estende in territori che fanno parte di Argentina, Bolivia, Brasile e Paraguay. Un serbatoio di biodiversità paragonabile all'Amazzonia: 3400 specie botaniche, 500 specie di uccelli, 120 di rettili, 100 di anfibi e 150 di mammiferi. La seconda massa forestale più estesa delle Americhe che conserva decine di milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una moltitudine di comunità indigene fortemente attaccate a tradizioni, tecniche artigianali e conoscenze del mondo naturale: 25 etnie, 10 gruppi linguistici. Un mosaico di culture, differenziate ma con caratteristiche comuni. Negli ultimi vent'anni, nel Chaco sono scomparsi 87.000 kmq di bosco, più della superficie dell'intera Austria. Ogni kmq trattiene l'emissione di 13.000 tonnellate di co2.
Cosa è il “Patto per il Gran Chaco”? Un programma al quale sono chiamate a partecipare organizzazioni internazionali, autorità governative, organizzazioni non governative, università, centri di ricerca e imprese, per elaborare ed avviare progetti e proposte concrete utili a mettere in moto processi di sviluppo alternativi alla deforestazione, dimostrando che una gestione intelligente delle risorse naturali culturali esistenti sul territorio, con un opportuno coinvolgimento delle comunità indigene, possono generare reddito in un contesto di sostenibilità. Il programma si basa su di un presupposto: il Gran Chaco è un immenso contenitore di risorse naturali e culturali, a rischio di distruzione, che vanno protette e valorizzate in quanto formidabili fattori di sviluppo.
Le risorse da valorizzare del Gran Chaco. Una ricerca multidisciplinare promossa dal Museo Verde ha individuato quattro principali asset:
• Legni tropicali dalle straordinarie qualità estetiche e meccaniche, oggi distrutti per prezzi irrisori. È possibile tagliare meno alberi e vendere il legno a prezzi più elevati.
• Erbe e prodotti agricole con proprietà medicamentose e nutritive, oggi spesso distrutte con la foresta, che possono fornire olii e sostanze preziose all'industria farmaceutica, alla cosmetica e alla nutraceutica.
• Ecoturismo, che offre interessanti prospettive agli amanti del binomio natura/culture indigene, in una regione a basso indice di antropizzazione ed alta biodiversità.
• Artigianato nativo, in grado di fornire al mercato una gamma di prodotti differenziata. Una corretta gestione di queste risorse può produrre ricchezza superiore a quella generata dalle forme di utilizzo del territorio oggi prevalenti.
La sedia Gran Chaco. Per dimostrare, con un esempio concreto, che esistono utilizzi alternativi delle risorse sopra indicate, in occasione del side event del 30 settembre verrà presentata una sedia realizzata con legni pregiati del Gran Chaco, da parte dell'arch. Franco Poli e della impresa Morelato su Mobili di design. La sedia è suscettibile di essere prodotta in piccola serie, con legni di provenienza certificata, ed essere messa in commercio come oggetto di design realizzato con materie prime abitualmente destinate a utilizzi assai meno redditizi.
Un workshop operativo organizzato in quattro panel. Alla presentazione del “Patto per il Gran Chaco” che avrà luogo il 30 settembre a Milano farà seguito, il successivo 1° ottobre, dalle ore 14.00 alle 18:00, all'Università di Padova, la realizzazione di un workshop finalizzato alla individuazione di progetti per la messa in valore sostenibile dei quattro asset identificati, al quale saranno chiamati a partecipare esponenti del mondo accademico e imprenditoriale. L'intento è quello di stimolare e generare iniziative per uno sviluppo sostenibile della regione del Gran Chaco, sia da un punto di vista ambientale e culturale che economico, con il pieno coinvolgimento delle Comunità indigene.
Fonte: Redazione
Cosa è il Gran Chaco? Una pianura di 1,3 milioni chilometri quadrati (4 volte l'Italia), che si estende in territori che fanno parte di Argentina, Bolivia, Brasile e Paraguay. Un serbatoio di biodiversità paragonabile all'Amazzonia: 3400 specie botaniche, 500 specie di uccelli, 120 di rettili, 100 di anfibi e 150 di mammiferi. La seconda massa forestale più estesa delle Americhe che conserva decine di milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una moltitudine di comunità indigene fortemente attaccate a tradizioni, tecniche artigianali e conoscenze del mondo naturale: 25 etnie, 10 gruppi linguistici. Un mosaico di culture, differenziate ma con caratteristiche comuni. Negli ultimi vent'anni, nel Chaco sono scomparsi 87.000 kmq di bosco, più della superficie dell'intera Austria. Ogni kmq trattiene l'emissione di 13.000 tonnellate di co2.
Cosa è il “Patto per il Gran Chaco”? Un programma al quale sono chiamate a partecipare organizzazioni internazionali, autorità governative, organizzazioni non governative, università, centri di ricerca e imprese, per elaborare ed avviare progetti e proposte concrete utili a mettere in moto processi di sviluppo alternativi alla deforestazione, dimostrando che una gestione intelligente delle risorse naturali culturali esistenti sul territorio, con un opportuno coinvolgimento delle comunità indigene, possono generare reddito in un contesto di sostenibilità. Il programma si basa su di un presupposto: il Gran Chaco è un immenso contenitore di risorse naturali e culturali, a rischio di distruzione, che vanno protette e valorizzate in quanto formidabili fattori di sviluppo.
Le risorse da valorizzare del Gran Chaco. Una ricerca multidisciplinare promossa dal Museo Verde ha individuato quattro principali asset:
• Legni tropicali dalle straordinarie qualità estetiche e meccaniche, oggi distrutti per prezzi irrisori. È possibile tagliare meno alberi e vendere il legno a prezzi più elevati.
• Erbe e prodotti agricole con proprietà medicamentose e nutritive, oggi spesso distrutte con la foresta, che possono fornire olii e sostanze preziose all'industria farmaceutica, alla cosmetica e alla nutraceutica.
• Ecoturismo, che offre interessanti prospettive agli amanti del binomio natura/culture indigene, in una regione a basso indice di antropizzazione ed alta biodiversità.
• Artigianato nativo, in grado di fornire al mercato una gamma di prodotti differenziata. Una corretta gestione di queste risorse può produrre ricchezza superiore a quella generata dalle forme di utilizzo del territorio oggi prevalenti.
La sedia Gran Chaco. Per dimostrare, con un esempio concreto, che esistono utilizzi alternativi delle risorse sopra indicate, in occasione del side event del 30 settembre verrà presentata una sedia realizzata con legni pregiati del Gran Chaco, da parte dell'arch. Franco Poli e della impresa Morelato su Mobili di design. La sedia è suscettibile di essere prodotta in piccola serie, con legni di provenienza certificata, ed essere messa in commercio come oggetto di design realizzato con materie prime abitualmente destinate a utilizzi assai meno redditizi.
Un workshop operativo organizzato in quattro panel. Alla presentazione del “Patto per il Gran Chaco” che avrà luogo il 30 settembre a Milano farà seguito, il successivo 1° ottobre, dalle ore 14.00 alle 18:00, all'Università di Padova, la realizzazione di un workshop finalizzato alla individuazione di progetti per la messa in valore sostenibile dei quattro asset identificati, al quale saranno chiamati a partecipare esponenti del mondo accademico e imprenditoriale. L'intento è quello di stimolare e generare iniziative per uno sviluppo sostenibile della regione del Gran Chaco, sia da un punto di vista ambientale e culturale che economico, con il pieno coinvolgimento delle Comunità indigene.
Fonte: Redazione
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