09 Febbraio 2025
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Festa del nuovo anno del Diplomatic Council - The Global Think Tank

07-02-2025 14:28 - Opinioni
GD - Francoforte, 7 feb. 25 - In occasione della celebrazione del nuovo anno, a Francoforte nella prestigiosa sede di Villa Bonn, il Diplomatic Council ha organizzato un convegno per presentare il suo nuovo lavoro dal titolo "Europe and the Emerging New Global Order".
Il libro invita ad una riflessione sul quadro di sicurezza europea e fornisce spunti ed idee per la divulgazione della consapevolezza sui problemi della sicurezza in Europa.
L'amb. prof. Heinrich Kreft, presidente del Diplomatic Council, e Jochen M. Richter, presidente del Global Security Forum, hanno fornito una panoramica di questo ultimo lavoro, dove vengono illustrate tutte le problematiche di sicurezza in Europa che il Diplomatic Council ha voluto sintetizzare in questa pubblicazione anche per fornire una guida per le sue future iniziative presso le Nazioni Unite.
Il prof. Kreft nel suo intervento ha illustrato cinque punti che rappresentano i principali problemi aperti in ambito sicurezza in Europa.
Il primo punto riguarda l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, una guerra che si combatte ormai da tre anni e che, malgrado i proclami del nuovo presidente degli Stati Uniti di porre fine al conflitto dopo 24 ore dal suo insediamento (20 gennaio scorso-ndr), non accenna a finire.
L'Europa si è impegnata a continuare a sostenere con aiuti economici lo sforzo bellico dell'Ucraina ed ha anche confermato il 27 gennaio nella riunione congiunta del Consiglio dell'Unione Europea, Consiglio Europeo e Consiglio Affari Esteri, il prolungamento, fino al 31 luglio 2025, delle dure sanzioni imposte alla Russia.
Inoltre, comincia a farsi strada in alcuni Paesi dell'Unione Europea la possibilità di un intervento militare diretto in sostegno dell'Ucraina.
Il secondo punto riguarda le minacce di imposizioni di tariffe alla UE per le esportazioni verso gli Stati Uniti. Si tratta di utilizzare la minaccia di imporre tariffe sulle merci che gli Stati Uniti importano dall'Europa come strumento di pressione per ottenere concessioni commerciali da parte della UE, e per mettere in equilibrio la bilancia tra USA e UE, oggi fortemente in favore della UE.
Gli USA chiedono l'aumento delle importazioni di idrocarburi e prodotti industriali, incluso il settore della difesa da parte dell'Europa.
Il terzo punto riguarda la ricostruzione in Medio Oriente della striscia di Gaza e della Siria con il supporto dell'Europa e degli USA. Anche in questo caso però, la tendenza degli USA è quella di rivolgersi più alla Cina e all'India piuttosto che all'Europa, che vengono preferiti dalla nuova Presidenza come interlocutori. Questo è il problema che aveva evidenziato il presidente Draghi nel rapporto sul futuro della competitività europea, che pur avendo basi adeguate per essere un'economia altamente competitiva, registra negli ultimi due decenni, una crescita ridotta a causa del rallentamento della produttività, costantemente più bassa di quella degli USA, mentre la Cina ha recuperato rapidamente terreno. Questo ha comportato un aumento del divario nel PIL tra l'UE e gli Stati Uniti, facendo percepire ai partner mondiali la debolezza dell'Europa.
Il quarto punto riguarda la nuova mappa geopolitica che emerge nel Medio Oriente dopo la caduta del regime di Assad in Siria. Israele ha approfittato della debolezza dell'Iran e dei problemi della Russia in Ucraina per attaccare e distruggere la gran parte delle installazioni militari iraniane e ridimensionare significativamente il potere offensivo iraniano e siriano. Da questo breve conflitto tramonta la presenza russa in Siria e si isola l'Iran che ha perso il suo proxy più importante dell'area.
Emerge, contemporaneamente, la nuova potenza militare e geopolitica turca. Questo nuovo quadro dovrà essere tenuto presente per il rilancio degli accordi di Abramo fortemente voluti da molti dei paesi arabi, ma che non sono ben visti dalla Turchia di Erdogan.
Forse anche per questa nuova situazione Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, si è fermata in Turchia alcune ore prima della visita effettuata a Damasco, per incontrare al Jolani e le autorità che hanno preso il potere dalla caduta di Assad.
Infine, come quinto e ultimo punto il Prof. Kreft ha voluto citare i tentativi dei paesi del Sud del mondo che sperano di poter contare di più aderendo ai BRICS.
Si tratta di Paesi che hanno un peso economico e politico limitato e che sperano, aderendo ai BRICS, di poter partecipare alle decisioni geopolitiche mondiali. Un segnale che non deve essere trascurato da parte dei paesi occidentali anche se al momento non rappresenta ancora un'alternativa credibile agli attuali equilibri economici e geopolitici mondiali.
Riflessioni che invitano a pensare cosa potrebbe diventare il mondo da qui a cinque o dieci anni, le sfide che si presenteranno con i nuovi equilibri mondiali che si stanno delineando, e quali strategie dovrebbe adottare l'Europa per mantenere un ruolo di leader in questa trasformazione planetaria.
Per informazioni: https://www.diplomatic-council.org/home

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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