Expo 2025: da Vaticano due ambasciatori chiamati Caravaggio e Chagall
29-10-2024 11:59 - Vaticano
GD - Città del Vaticano, 29ott. 24 - L’ambasciatore culturale della Santa Sede all’Expo Osaka 2025 sarà Michelangelo Merisi da Caravaggio, con l’arrivo in Giappone della sua celebre "Deposizione", simbolo della vittoria della speranza in una scena che sembrerebbe descrivere solo morte e dolore senza riscatto. Unica opera del maestro del colore seicentesco custodita nei Musei Vaticani, questo quadro, originalmente pensato per una cappella privata, potrà davvero incarnare, a Osaka, la presenza della Bellezza nel dramma che sottende la Resurrezione, come ha chiosato la direttrice dei Musei, Barbara Jatta.
Fonte: Osservatore Romano
A Roma, in occasione del Giubileo, arriverà invece la Crocifissione bianca di Marc Chagall, un quadro molto amato da Papa Francesco. Anche in questo caso, una scena di persecuzione e di morte che nella luminosità delle sue immagini porta i segni della speranza.
Ma alla conferenza stampa sugli eventi in programma prima dell’apertura ufficiale della Porta Santa, nella Sala Stampa della Santa Sede, il personaggio più fotografato è stata Luce, la mascotte del Padiglione della Santa Sede in Giappone e del Giubileo — una bimba pellegrina realizzata con l’estetica dei manga, con gli stivali infangati dal cammino e occhi grandi spalancati sul mondo, pieni di luce, appunto — presentato da monsignor Rino Fisichella.
Accanto al Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo) c’erano anche Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, e Davide Mambriani, curatore della rassegna Giubileo e cultura per i concerti e le mostre.
Ma alla conferenza stampa sugli eventi in programma prima dell’apertura ufficiale della Porta Santa, nella Sala Stampa della Santa Sede, il personaggio più fotografato è stata Luce, la mascotte del Padiglione della Santa Sede in Giappone e del Giubileo — una bimba pellegrina realizzata con l’estetica dei manga, con gli stivali infangati dal cammino e occhi grandi spalancati sul mondo, pieni di luce, appunto — presentato da monsignor Rino Fisichella.
Accanto al Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo) c’erano anche Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, e Davide Mambriani, curatore della rassegna Giubileo e cultura per i concerti e le mostre.
I cantieri, in questi mesi, hanno messo a dura prova la pazienza dei romani, ha chiosato Fisichella, ma in questo modo la città potrà mostrare ai pellegrini il suo volto migliore. Il 24 dicembre Papa Francesco «oltrepasserà per primo la soglia della Porta e inviterà a seguire il suo esempio a quanti giungeranno nel corso dell’Anno, per esprimere la gioia dell’incontro con Cristo Gesù, nostra speranza». L’annuncio dell’apertura della celebrazione sarà dato da un breve concerto di campane a opera della Pontificia Fonderia di Campane Marinelli.
Il Pro-Prefetto ha aggiunto: «Le campane sono il suono più caro al popolo e in questo caso diventano l’espressione dell’annuncio gioioso di un evento atteso da tempo e finalmente giunto».
In attesa della vigilia di Natale è previsto un ricco calendario di iniziative, divise in tre categorie, per permettere a chi cercherà informazioni tramite il sito internet o la app del Giubileo 2025 di orientarsi meglio tra luoghi e date, nella mappatura delle iniziative in corso: pellegrinaggio, evento culturale o grande evento.
Un concerto domenica prossima, 3 novembre, nell’Auditorium di via della Conciliazione sarà il primo evento culturale di avvicinamento al Giubileo. Per l’occasione, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia eseguirà la Quinta Sinfonia di Šostakovič (1906-1975), diretta dal maestro Jader Bignamini, direttore musicale della Detroit Symphony Orchestra.
«La Sinfonia, realizzata nel 1937 colpisce per la sua intensa drammaticità e apre a un orizzonte di speranza», ha commentato Fisichella. «La scelta dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della quinta sinfonia di Šostakovič non sono casuali», ha spiegato il curatore di Giubileo e cultura, Mambriani. «Questo concerto è l’ultimo di musica “profana” prima dell’inizio dell’Anno Santo e perciò ha una particolare rilevanza. L’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia è tra le più antiche e rinomate istituzioni musicali del mondo. La Sinfonia, composta nel 1937, articolata in quattro movimenti per un organico di oltre 90 Professori d’orchestra, è di gran lunga la più eseguita, conosciuta e amata delle quindici di Dmitrij Šostakovič».
Il 22 dicembre, alle ore 18, nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, si potrà assistere al secondo evento musicale. A esibirsi sarà il Coro della Cappella musicale pontificia sistina che, sotto la guida del direttore, don Marcos Pavan, eseguirà diverse composizioni polifoniche di Palestrina (1525-1594; di cui il prossimo anno si celebreranno i 500 anni della nascita), Perosi e Bartolucci.
In attesa della vigilia di Natale è previsto un ricco calendario di iniziative, divise in tre categorie, per permettere a chi cercherà informazioni tramite il sito internet o la app del Giubileo 2025 di orientarsi meglio tra luoghi e date, nella mappatura delle iniziative in corso: pellegrinaggio, evento culturale o grande evento.
Un concerto domenica prossima, 3 novembre, nell’Auditorium di via della Conciliazione sarà il primo evento culturale di avvicinamento al Giubileo. Per l’occasione, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia eseguirà la Quinta Sinfonia di Šostakovič (1906-1975), diretta dal maestro Jader Bignamini, direttore musicale della Detroit Symphony Orchestra.
«La Sinfonia, realizzata nel 1937 colpisce per la sua intensa drammaticità e apre a un orizzonte di speranza», ha commentato Fisichella. «La scelta dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della quinta sinfonia di Šostakovič non sono casuali», ha spiegato il curatore di Giubileo e cultura, Mambriani. «Questo concerto è l’ultimo di musica “profana” prima dell’inizio dell’Anno Santo e perciò ha una particolare rilevanza. L’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia è tra le più antiche e rinomate istituzioni musicali del mondo. La Sinfonia, composta nel 1937, articolata in quattro movimenti per un organico di oltre 90 Professori d’orchestra, è di gran lunga la più eseguita, conosciuta e amata delle quindici di Dmitrij Šostakovič».
Il 22 dicembre, alle ore 18, nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, si potrà assistere al secondo evento musicale. A esibirsi sarà il Coro della Cappella musicale pontificia sistina che, sotto la guida del direttore, don Marcos Pavan, eseguirà diverse composizioni polifoniche di Palestrina (1525-1594; di cui il prossimo anno si celebreranno i 500 anni della nascita), Perosi e Bartolucci.
Come ha spiegato Mambriani, «Il concerto diretto dal maestro Marcos Pavan è pensato come un percorso musicale e spirituale che segue l’anno liturgico nell’anno giubilare ed eseguirà antifone, inni, responsori, sequenze e mottetti sacri dedicati ai momenti particolari dell’anno liturgico. Vedrà anche la partecipazione del maestro Josep Solé Coll, primo organista della basilica papale di San Pietro in Vaticano e organista per le Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che eseguirà all’organo un interludio composto da un maestro di Cappella della Schola Pontificia».
Oltre alla Crocifissione bianca di Chagall, visitabile gratuitamente fino al prossimo 27 gennaio, sarà allestita anche una mostra di icone provenienti dai Musei Vaticani. «Siamo riusciti a ottenere da The Art Institute di Chicago l’opera così suggestiva e unica, che per la prima volta giunge in Italia, a Roma, e sarà ospitata nel nuovo Museo del Corso – Polo museale, nella sede di Palazzo Cipolla, con ingresso gratuito e libero» ha spiegato Fisichella. Il secondo evento vede l’esposizione di alcune rare icone di proprietà dei Musei Vaticani che saranno esposte nella sagrestia del Borromini nella chiesa di Sant’Agnese a Piazza Navona, dal 16 dicembre al 16 febbraio 2025.
La collezione dei Musei, ha aggiunto Barbara Jatta, è molto ricca e varia. «Sono diciotto le opere selezionate dai curatori, che le hanno scelte in tutta l’area dell’Europa orientale cristiana: Grecia, Bulgaria, Ucraina, Russia, Macedonia. Le abbiamo chiamate icone di speranza, in linea con il tema del Giubileo, proprio perché siano veicolo di pace, di fratellanza, come è dimostrato dalla commistione di stili. Metterle tutte insieme equivale a dire che siamo tutti portatori di uno stesso messaggio».
Nel 2026 nei Musei sarà allestita un’area dedicata a queste preghiere per immagini. Opere che la direttrice Jatta ha avuto modo di conoscere e di apprezzare già in famiglia: «Sono figlia di un’iconografa, mia madre ha scritto icone tutta la vita».
Oltre alla Crocifissione bianca di Chagall, visitabile gratuitamente fino al prossimo 27 gennaio, sarà allestita anche una mostra di icone provenienti dai Musei Vaticani. «Siamo riusciti a ottenere da The Art Institute di Chicago l’opera così suggestiva e unica, che per la prima volta giunge in Italia, a Roma, e sarà ospitata nel nuovo Museo del Corso – Polo museale, nella sede di Palazzo Cipolla, con ingresso gratuito e libero» ha spiegato Fisichella. Il secondo evento vede l’esposizione di alcune rare icone di proprietà dei Musei Vaticani che saranno esposte nella sagrestia del Borromini nella chiesa di Sant’Agnese a Piazza Navona, dal 16 dicembre al 16 febbraio 2025.
La collezione dei Musei, ha aggiunto Barbara Jatta, è molto ricca e varia. «Sono diciotto le opere selezionate dai curatori, che le hanno scelte in tutta l’area dell’Europa orientale cristiana: Grecia, Bulgaria, Ucraina, Russia, Macedonia. Le abbiamo chiamate icone di speranza, in linea con il tema del Giubileo, proprio perché siano veicolo di pace, di fratellanza, come è dimostrato dalla commistione di stili. Metterle tutte insieme equivale a dire che siamo tutti portatori di uno stesso messaggio».
Nel 2026 nei Musei sarà allestita un’area dedicata a queste preghiere per immagini. Opere che la direttrice Jatta ha avuto modo di conoscere e di apprezzare già in famiglia: «Sono figlia di un’iconografa, mia madre ha scritto icone tutta la vita».
Silvia Guidi
Fonte: Osservatore Romano