26 Aprile 2025
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Dentro o fuori dalla NATO? Un quesito assurdo e fuorviante

06-06-2024 22:00 - Opinioni
GD - Roma, 6 giu. 24 - In Italia sempre più persone auspicano l'uscita dell'Italia dalla NATO, adducendo ragioni quali, ad esempio: dobbiamo perseguire la pace, senza peraltro spiegare mai come si fa a perseguire la pace; dobbiamo destinare i fondi non alle armi, ma alla sanità e via cantando. Tutti discorsi in buona fede, ma purtroppo, solo parole al vento. La realtà è sempre molto più complessa del “mondo ideale” fatto di pace e fratellanza.
Per il nostro Paese, però, non è consigliabile né salutare l'uscire dalla NATO, sia per questioni di sicurezza, sia per la rilevanza politica del nostro Paese a livello internazionale. L'Italia si trova geograficamente al centro del Mediterraneo ed ha un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dell'area. Il Mediterraneo è cruciale per gli interessi nazionali e per le rotte commerciali marittime.
L'uscita del nostro Paese dalla NATO verrebbe a creare un “vuoto di potere” che potrebbe essere sfruttato da altri attori, come, ad esempio, la Francia o la Turchia, e nella condizione peggiore, da attori potenzialmente ostili, come ad esempio la Libia. Correremmo il rischio di un aumento di conflitti e instabilità nel Mediterraneo.
L'Italia fuori dalla NATO avrebbe difficoltà a mantenere un livello di difesa adeguato alle moderne sfide, perché la NATO fornisce un quadro di cooperazione trasversale che permette di condividere risorse, tecnologie e know-how, moltiplicando la forza militare di ciascun membro che ne fa parte.
Storicamente, l'Italia ha beneficiato del suo ruolo all'interno dell'Alleanza per promuovere la propria agenda politica e diplomatica. L'uscita dalla NATO comporterebbe la perdita di prestigio e di credibilità per l'Italia, che si troverebbe isolata sullo scenario internazionale.
Come mai allora, così tante persone, inclusi opinionisti e politici di primo livello, continuano a proporre che il nostro Paese esca dalla NATO?
L'Italia, da questo punto di vista in ambito OCSE, è il Paese dove è più ampio il margine tra “realtà” e “percezione della realtà” che hanno i cittadini in merito alle questioni di geopolitica e dei conflitti che affliggono il nostro pianeta.
Questo succede sia per l'Ucraina, sia per la Palestina. Solo questa differenza, relativamente alla percezione dei conflitti, può spiegare da dove arrivino tanti professori e politicanti e come fanno ad attecchire.
Parliamo di persone che assimilano tra di loro situazioni molto diverse, come quello di considerare allo stesso modo le responsabilità di un “Paese aggressore e un Paese aggredito”.
Nel diritto internazionale questo non è un dettaglio irrilevante. E questo porta alla commissione di questi macroscopici errori di valutazione.
Da 27 mesi la Russia continua a bombardare le città ucraine e le infrastrutture energetiche provocando la morte di decine di migliaia di civili, soprattutto anziani e bambini, in palese violazione della Convenzione di Ginevra (Art. 25, 51 e 52).
Questi professori e politici dovrebbero sapere cosa è previsto nei trattati che regolano il Diritto Internazionale e la protezione umanitaria dei civili. Già questo li dovrebbe illuminare sulle posizioni da tenere rispetto al conflitto in corso in Ucraina.
La stessa cosa vale per il conflitto in Palestina. Nessuno parla della inconcepibile omologazione dei civili presi in ostaggio dai terroristi di Hamas, che vengono considerati alla stregua di “prigionieri”. Non sono prigionieri di guerra, in quanto non sono combattenti legittimi, né hanno subito alcun processo, com'è il caso - invece - dei terroristi che Hamas chiede di liberare in cambio dei “prigionieri” israeliani.
Nessuno dice che quei prigionieri di cui Hamas chiede la liberazione, in cambio del rilascio degli ostaggi civili catturati il 7 Ottobre del 2023, sono brutali assassini condannati dai giudici di un Paese democratico, su prove e sentenze emanate in un tribunale.
Non è escluso che, questi criminali una volta liberati, torneranno a commettere le atrocità come quelle del 7 ottobre!
Infine, coloro che auspicano l'uscita del nostro Paese dalla NATO, suggeriscono che questo permetterebbe al nostro Paese di vivere in pace con la Russia, con la Cina e col resto del mondo senza fare guerre per procura negli interessi degli Stati Uniti. Anche questo è strano. Perché tantissimi italiani credono che la guerra in Ucraina sia una guerra degli americani condotta in Europa per procura? Si tratta della solita visione che qualunque sciocchezza va bene, purché detta contro gli Stati Uniti.
In realtà, negli Stati Uniti molti cittadini e politici pensano che stanno spendendo immense risorse per una guerra (quella dell'Ucraina) che è solo negli interessi degli europei.
La pensa così anche Donald Trump e se vincesse le elezioni, probabilmente dirà all'Europa che è tempo che impari a difendersi da sola, da tutti coloro che creano problemi in giro per il mondo.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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