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Ambasciatore di Ungheria contesta articolo de "La Repubblica" con dati e … ironia

16-10-2021 19:33 - Ambasciate
Amb. Ádám Zoltán Kovács Amb. Ádám Zoltán Kovács
GD - Roma, 16 ott. 21 - L'ambasciatore di Ungheria i Italia, Ádám Zoltán Kovács, con una lunga lettera al direttore del quotidiano "La Repubblica", Maurizio Molinari, scritta nei giorni scorsi, ha "corretto" alcune informazioni pubblicate dal giornale.
Al centro c'è un articolo di Andrea Tarquini, corrispondente del quotidiano dalla Germania, intitolato «Ungheria, un miliardo di euro per 6 chilometri di ferrovia: lo scandalo dell'ex idraulico amico di Orbán». A proposito dell'Ungheria il giornalista ha scritto: «In un Paese dove il 47 per cento della popolazione vive sotto la soglia nazionale di provertà». E l'amb. Ádám Zoltán Kovács ha precisato che «la notizia è vera (la povertà esiste), con la piccola differenza che si tratta del 17,8% (dati Eurostat 2020) e non del 47%, per altro tenendo conto che nel 2013 era al 34,8%. A confronto la percentuale è del 25,6% in Italia».
Il diplomatico confuta pure un'altra frase: «Il business delle ferrovie: 947 milioni per 6 km di binari tra i due "centri sportivi nella capitale», e spiega invece che «la notizia è vera, ma con la piccola differenza che non si tratta di 6 km di ferrovia, ma di 12,77 km, che non collegherà "due centri sportivi", ma i due grandi piazzali ferroviari di Kelenföld (Buda) e Ferencváros (Pest). Oltre ai binari, che ovviamente costituiscono una frazione del costo complessivo, l'investimento coprirà il risanamento dell'intera parte meridionale della cintura ferroviaria della capitale magiara. Il tratto ferroviario in questione si trova in un contesto urbano, quindi dovrà essere elevato, con la costruzione di numerosi ponti e sovrappassi (1.200 metri di ponti in tutto, il ponte ferroviario sul Danubio escluso), e sarà accompagnato da un sistema moderno di barriere acustiche lungo l'intero tratto; comprenderà la realizzazione di tre nuove stazioni, inclusa la stazione di Közvágóhíd, da costruire a cavallo di un nuovo ponte ferroviario di 142 metri. L'opera moltiplicherà le capacità del traffico ferroviario regionale, e renderà possibile il transito contemporaneo di 8 treni (rispetto ai 2 odierni) su un tratto strategico dove confluiscono tre diversi corridoi ferroviari europei. Il progetto è stato aggiudicato tramite un bando europeo aperto, al termine del quale ha vinto la proposta meno cara».
Altra frase contestata dell'articolo di Andrea Tarquini su cui si sofferma il diplomatico magiaro è questa: «già adesso il doppio costo della magnifica, avveniristica nuova stazione centrale di Vienna con 100 km di binari». Secondo l'ambasciatore Ádám Zoltán Kovács «la notizia è vera, eccetto il fatto che la nuova stazione di Vienna ha un costo complessivo di 1,5 miliardi di €».
Ancora il diplomatico magiaro pone in evidenza un altro passo dell'articolo de "La Repubblica", laddove si afferma: «Il treno fantasma congiunge la capitale allo stadio di Felcsút, che conta circa 16 mila posti - oltre il doppio degli abitanti - e che è stato costruito dallo stesso Metzáros». Secondo l 'amb. Ádám Zoltán Kovács «La notizia è vera, con la piccola differenza che si tratta di un trenino panoramico a scartamento ridotto, che non collega Budapest e Felcsút, ma l'Alboreto di Alesútdoboz, fondato nel 1820 dall'Arciduca Giuseppe d'Asburgo, Palatino d'Ungheria, noto come una delle collezioni di alberi vivi più importanti del Paese e la Pancho Arena, che non conta "circa 16 mila posti", ma esattamente 3.816, e non è lo stadio del paesino di Felcsút, ma della Puskás Academy, la preminente accademia calcistica del Paese, la cui squadra gioca nella Serie A magiara».
La lettera del diplomatico ungherese, che già si era aperta con un ironico riferimento storico alla "Radio di Erevan" degli anni del comunismo, nota «nel folklore umoristico del Paese come simbolo della stampa di regime che in base ad un nucleo di una notizia vera, cambiando od omettendo certi dettagli, costruiva una narrativa totalmente falsa», conclude la sua lettera alla direzione de "La Repubblica" con una sorta di lezione di giornalismo.
L'amb. Ádám Zoltán Kovács, infatti, chiosa: «gli stimati lettori de 'La Repubblica' meritano un'informazione corretta ed equilibrata, sicuramente molto più degli articoli copia-incolla del vostro corrispondente da Berlino. Capisco le difficoltà collegate nel dare notizie su un Paese dove non si vive e di cui non si parla la lingua, ma sarebbe proprio questo il dovere di un giornalista: verificare le informazioni (anche se riportate da altre testate ritenute "insospettabili") prima di mandarle in stampa. Anche perchè la maggior parte delle correzioni segnalate sono facilmente reperibili anche si siti istituzionali in lingua inglese (o in certi casi addirittura in Wikipedia). A questo proposito la nostra Ambasciata si è offerta numerose volte come interlocutore», conclude l'ambasciatore di Ungheria in Italia.
Sinora la rettifica non ha trovato spazio nel quotidiano di via Cristoforo Colombo.


Fonte: Redazione
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