Accademia Ungheria: Grandi collezionisti d'arte “Inspired by Rome” Collezione Máté Dobos Accademia di Ungheria
05-04-2025 23:32 - Arte, cultura, turismo

GD - Roma, 5 apr. 25 - Nella Galleria del Palazzo Falconieri di Roma, sede dell’Accademia di Ungheria, è esposta la mostra Grandi collezionisti d'arte ungheresi “Inspired by Rome” Collezione di Máté Dobos. La mostra è a cura di Pál Németh e resterà aperta fino al 1º maggio, con Ingresso libero.
La collezione di Máté Dinis inaugura la nuova serie di mostre dal titolo “Grandi collezionisti d'arte ungheresi” che, sotto la cura dell'Accademia d'Ungheria in Roma, presenta al pubblico romano importanti collezioni ungheresi.
Fonte: Carlo Franza
La collezione di Máté Dinis inaugura la nuova serie di mostre dal titolo “Grandi collezionisti d'arte ungheresi” che, sotto la cura dell'Accademia d'Ungheria in Roma, presenta al pubblico romano importanti collezioni ungheresi.
Non è un caso che la serie inizi proprio con la collezione di Máté Dobos, che si concentra sugli artisti della “Scuola Romana”, fondata dal rinomato storico dell'arte, politico culturale e primo direttore dell'Accademia d'Ungheria in Roma, Tibor Gerevich.
Nel concepire la formazione di una scuola d'arte, Gerevich garantì agli artisti ungheresi giunti a Roma la conoscenza dell'immenso patrimonio culturale della città eterna, oltre che l'opportunità di entrare in contatto con l'avanguardia artistica italiana. Questo incontro spinse molti artisti ungheresi verso le tendenze neoclassiche del Novecento, in perfetta sintonia con le intenzioni di Gerevich. Il pensiero cristiano, la tradizione e la necessità di rinnovamento nell'arte moderna hanno alimentato la ricerca creativa degli artisti della “Scuola Romana” ungherese.
Tra i primi artisti del programma di borse di studio istituito nel 1928, la collezione ospita opere di Pál Molnár C., Jenő Medveczky e Béla Kontuly. Tra questi, Pál Molnár C. fu colui che trascorse il periodo più lungo a Roma, poiché lavorò per quattro anni all'Accademia d'Ungheria in Roma.
Tra i primi artisti del programma di borse di studio istituito nel 1928, la collezione ospita opere di Pál Molnár C., Jenő Medveczky e Béla Kontuly. Tra questi, Pál Molnár C. fu colui che trascorse il periodo più lungo a Roma, poiché lavorò per quattro anni all'Accademia d'Ungheria in Roma.
La collezione comprende anche alcune opere di Károly Patkó, che nel 1923 ottenne una borsa di studio a Roma grazie all'Associazione Szinyei Merse Pál, ed è stato uno dei primi ad adottare la tecnica della tempera appresa nella capitale, che influenzò anche la pittura di Vilmos Aba-Novák.
Dieci anni dopo, nel 1938, Béla Czene ricevette la borsa di studio della “Scuola Romana”. La sua pittura si distaccò dalle tendenze del Novecento, avvicinandosi invece alle tradizioni rinascimentali.
Tuttavia, nei nudi dipinti tra il 1972 e il 1973, si può notare una particolare allusione al motivo del disegno, che è presente anche nel dipinto Nudo nello studio di Béla Kontuly del 1934.
Infine, Lajos Kántor, borsista a Roma nel 1968, lasciò nella collezione l'unica sua opera: Natura morta con finestra del 1970, che riflette il suo stile pittorico cubista.
La collezione di Máté Dobos non rappresenta solo una selezione di opere affascinanti, ma segue in modo preciso e approfondito l'evoluzione degli artisti ungheresi della “Scuola Romana” da diverse prospettive, offrendo uno spunto interessante su quel processo che fu realizzato grazie alla dedizione di Gerevich come direttore, curatore e storico dell'arte.
La collezione di Máté Dobos non rappresenta solo una selezione di opere affascinanti, ma segue in modo preciso e approfondito l'evoluzione degli artisti ungheresi della “Scuola Romana” da diverse prospettive, offrendo uno spunto interessante su quel processo che fu realizzato grazie alla dedizione di Gerevich come direttore, curatore e storico dell'arte.
Se all'inizio la linea neoclassica, decisamente marcata, è ben evidente nella pittura di Molnár C., Medveczky e Kontuly, in seguito Czene si avvicina a unatradizione italiana più ampia, pur rimanendo sempre in dialogo con molti altri artisti del suo tempo, che, per un periodo più o meno lungo, si confrontarono con le idee artistiche della “Scuola Romana”.
Un altro aspetto interessante della collezione è la serie di momenti intimi catturati sulla tela, che spaziano dalla vita quotidiana romana alla famiglia, fino all'intimità tra il pittore e il modello nello studio.
In questo modo, la collezione non solo evoca autenticamente il mondo della “Scuola Romana” degli anni Trenta, ma dimostra anche come questa abbia continuato a influenzare gli artisti ungheresi fino agli anni Settanta.
La collezione di Máté Dobos include anche opere che si collegano alla “Scuola Romana” in modo più distante, come il dipinto Triumvirato moderno (Uomo nuovo) di János Mattis Teutsch, realizzato nel 1940, e Il nudo seduto di Anna Oelmacher, che nel 1930 lavorò anche come assistente di Vilmos Aba Novák. L'ultimo acquisto della collezione è un acquerello di Gyula Halvax, dipinto nel 1929 dalla loggia di Palazzo Falconieri.
Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea
Fonte: Carlo Franza