ENI Nigeria: Marsiglia (FederPetroli Italia), blocco esplorativo rischia essere buco nell’acqua
28-01-2020 10:09 - Opinioni
GD - Roma, 28 gen. 20 - Il presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, interviene criticamente sulla questione giudiziaria che sta interessando l’ENI in Nigeria. “Lo scandalo del blocco esplorativo petrolifero in Nigeria, denominato OPL-245, sta raggiungendo livelli mediatici e di indagine quattro volte quelli della Tangentopoli del 1992. La preoccupazione per l’indotto delle aziende dell’Oil & Gas principalmente italiano è alta”, ha detto Marsiglia.
Fonte: FederPetroli Italia
“La situazione preoccupa e non poco. Si rischia di fare un grande buco nell’acqua con questa inchiesta. Certamente la magistratura sta facendo la propria indagine e ben venga che i veri responsabili vengano fuori, ma nello stesso tempo sono coinvolte aziende e nomi di rilievo che, ritengo, siano fuori luogo se non per una responsabilità solo ed esclusivamente di rappresentanza legale. Mi riferisco all’ENI ed a Claudio Descalzi”.
Secondo Marsiglia “È un dato di fatto che in ENI, dal primo incarico e con l’era Descalzi le politiche anticorruzione e di policy aziendali sono rigide sia nei contratti di consulenza che per le fasi di qualifica fornitori. ENI da circa sei anni è diventata un fortino blindato: anche un solo incontro va registrato, giustificato ed argomentato. Si parla poi di una possibile tangente che, avrebbe un valore fra poco più grande dell’intero giacimento, nell’economia petrolifera. Questo è ridicolo ed antieconomico, se veramente i fatti lo dimostreranno. Il problema è che la vicenda nigeriana OPL245 verte su nomi di rilievo, ma anche su piccoli e insignificanti nomi di pseudo faccendieri che per pura pubblicità si improvvisano super consulenti e mediatori del petrolio mondiale. A mio avviso”, aggiunge Marsiglia, “l’obiettivo finale è quello poi di scrivere qualche libro. Viviamo la stessa situazione di altri mega scandali petroliferi che, alla fine, si sono conclusi senza sussistenza del fatto. Qualche furbetto italiano o straniero nella vicenda salterà fuori e pagherà come legge vuole”.
Il presidente di FederPetroli Italia, a proposito di un possibile complotto ai danni dell’amministratore delegato dell’ENI, ha affermato: “Si vuole colpire ENI e chi è al timone ormai di una delle prime Oil Company mondiali. L’inchiesta cade a fagiolo nel periodo delle nuove nomine nelle aziende partecipate italiane. ENI è un polmone che fa gola a tanti, ma nomi ad oggi non ce ne sono. Certo anche in ENI esiste qualche sprovveduto, come in tante aziende. Ormai è risaputo che qualche top manager si aggira nei palazzi romani come un Don Chisciotte alla ricerca di consensi personali alla successione, ma spreca benzina a vuoto. Una cosa è certa: la fiducia delle aziende che rappresentiamo e la mia personale in Claudio Descalzi, sicuro nella sua piena innocenza ed in quella della sua famiglia, valgono sicuramente più di un blocco esplorativo nigeriano. Le mie parole sono un atto di stima e non di difesa, in questi momenti sono importanti”.
Fonte: FederPetroli Italia