Covid-19: morto amb. Baghir Nassir Salami, primo diplomatico Iran a Roma, fu interprete intervista di Fallaci a Khomeini
18-04-2020 19:36 - Ambasciate

GD - Barcellona, 17 apr. 20 - Il coronvirus ha ucciso a Barcellona l'amb. Baghir Nassir Salami, 75 anni, che fu il primo ambasciatore del suo Paese in Italiana, ma che divenne famoso soprattutto per essere stato l'interprete della mitica intervista di Oriana Fallaci all'ayatollah Ruhollah Khomeini nel settembre del 1979, nella casa di Qom, la città santa, della Guida Suprema dell'Iran.
Baghir Narris Salami era originario di Shiraz. Ultimate le scuole superiori si era trasferito in Italia per studiare scienze politiche a Firenze. Oppositore dello Scià, seguace del riformatore destituito Mohammad Mossadeq, era tornato in Iran poco prima della rivoluzione khomeinista. Per la sua ottima conoscenza della lingua italiana fu scelto come interprete dalla Fallaci che nell'articolo lo definisce “l'amico persiano”, gli riconosce il coraggio di aver tradotto domande scomode per l'ayatollah, anche se tra i due ci saranno forti motivi di attrito perché la giornalista lo accuserà di aver condiviso alcuni giudizi sprezzanti apparsi contro di lei sulla stampa di regime.
Entrato in diplomazia grazie ai buoni uffici del ministro degli Esteri Sadegh Ghotbzadeh, nel 1980 viene nominato ambasciatore in Italia. Nel suo ufficio appende una fotografia di Mossadeq che manda su tutte le furie l'ayatollah Sadeq Khalkhali, capo dei tribunali rivoluzionari iraniani, il quale, di passaggio da Roma, distruggerà l'immagine sotto i suoi occhi.
Nel 1981, in segno di protesta per la destituzione dell'amico Abolhassan Banisadr, primo presidente della Repubblica islamica dell'Iran, e per le violazioni dei diritti dell'uomo nel suo Paese, si era dimesso dalla carica. Resta a Roma come rifugiato politico e aprì un negozio di tappeti persiani. Nella scena culturale capitolina, apprezza e frequenta Moravia, si appassiona al pensiero politico di Enrico Berlinguer, va fiero degli incontri con Sandro Pertini e Giovanni Paolo II. Assieme ad altri intellettuali, tra cui la militante radicale Adele Faccio, nel 1987 fonda la Lega per i diritti civili e democratici in Iran.
Negli ultimi anni, con la moglie spagnola Pepa e le due figlie Anahita e Zahra si era trasferito a Barcellona dove ha continuato a vendere i tappeti persiani.
di Gigi Riva
Fonte: Espresso.it